WEC | Città del Messico: Porsche e Ferrari in pole position

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di Federico Benedusi @federicob95
3 Settembre 2017 - 09:05
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La pole position del primo appuntamento extraeuropeo del WEC è andata, come da previsione, alla Porsche, che ha piazzato la doppietta sul corto e tortuoso tracciato di Città del Messico. La 919 Hybrid #2 si è posizionata in pole position grazie al nuovo record assoluto sul giro stabilito da Brendon Hartley in 1:24.459, avvicinato ad un paio di decimi da Timo Bernhard per un tempo medio di 1:24.562. Alle loro spalle la #1, staccata di 148 millesimi e pronta a coprire di nuovo le spalle alla gemella in caso di necessità.

Dopo avere subito distacchi pesanti per due delle tre sessioni di prove libere, le Toyota sono rimaste ad una distanza ragionevole con la #7 a quasi due decimi e mezzo e la #8 staccata di oltre otto decimi. Mike Conway e José María López sono risultati molto più veloci dei colleghi Kazuki Nakajima e Sébastien Buemi, ma sul passo di gara non sembra esserci confronto con i prototipi di Weissach, a meno che i nipponici non si siano palesemente nascosti nelle simulazioni di passo.

In LMP2 la pole position è andata ad una Alpine Signatech decisamente risorta con l’inedito terzetto Lapierre/Menezes/Negrão, capace di stabilire un’aggregata di 1:32.809 e più veloce di quasi tre decimi rispetto ai leader di campionato della DC Racing Jarvis/Laurent/Tung. Il miglior tempo, e nuovo record di categoria, lo ha stabilito Bruno Senna battendo di quasi due secondi il suo stesso crono dell’anno scorso, ma la Rebellion #31 non è andata oltre la terza posizione poiché il silver driver Julien Canal ha girato ad un secondo e sette decimi dal nipote d’arte. Quarta piazza per la G-Drive, che ha vissuto la stessa situazione degli svizzeri con Alexander Lynn e Pierre Thiriet divisi da due secondi e tre decimi.

Tiratissime come al solito le qualifiche della GTE-Pro, che hanno consegnato la pole position alla Ferrari #71 di Bird/Rigon. Il pilota inglese ha fermato il cronometro su un clamoroso 1:39.162, più veloce di un secondo rispetto al tempo di Richie Stanaway di dodici mesi fa, e l’unico a rimanergli in scia è stato il campione in carica Nicki Thiim fermatosi a 108 millesimi di ritardo. Distacco analogo nell’aggregata poiché analoga è stata anche la differenza tra Davide Rigon e Marco Sørensen, con l’Aston Martin #95 che dunque si è collocata in scia alla Rossa di Maranello. Seguono le due Ford, con la #67 davanti alla #66, e l’Aston #97. Solo sesta la prima delle Porsche, la #92, che ha preceduto la Ferrari #51 e l’altra 911 di Weissach, la #91. Le otto GTE-Pro sono rimaste chiuse in poco più di otto decimi.

Porsche si è comunque consolata con la leadership in GTE-Am conquistata grazie alla #77 del team Proton. A Matteo Cairoli è tuttavia sfuggita la soddisfazione del giro più veloce in assoluto, dopo la cancellazione del suo 1:40.620 per track limits. Il più lesto è stato infatti il suo compagno di marca Ben Barker in 1:40.939 (nuovo record anche in questo caso), ma i non-professionisti hanno fatto ancora una volta una gran differenza con Christian Ried che ha staccato Michael Wainwright di quasi due secondi. Tra le due Porsche si è quindi inserita l’Aston Martin #98, nonostante un Pedro Lamy non in giornata di grazia: la vettura inglese è stata per assurdo “salvata” da Paul Dalla Lana, capace di girare a meno di quattro decimi dal veloce portoghese. Molto più distanti le altre due Ferrari, che chiuderanno quindi la griglia con la #63 del team Clearwater davanti alla #54 della Spirit of Race.

La 6h del Messico prenderà il via stasera, alle ore 19:00.

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