WEC | Bahrain: Porsche e Aston Martin campioni, ma è festa Audi

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di Federico Benedusi @federicob95
19 Novembre 2016 - 21:24
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Non poteva esserci finale migliore, per questa stagione del WEC e per il team Audi. La Casa di Ingolstadt si congeda dal mondiale endurance con una fantastica doppietta nella 6h del Bahrain vinta da Lucas di Grassi, Loïc Duval e Oliver Jarvis, che hanno replicato il successo conquistato a maggio in quel di Spa-Francorchamps, davanti ad uno degli equipaggi-simbolo dei Quattro Anelli, quello di Marcel Fässler, André Lotterer e Benoît Tréluyer.

Titolo mondiale alla Porsche #2. La corona di campioni tra i prototipi va quindi a Romain Dumas, Neel Jani e Marc Lieb, vincitori anche della 24h di Le Mans. Anche quest’anno, tuttavia, i brividi nel box di Weissach non sono mancati poiché, al termine della prima ora di gara, Neel Jani si è ritrovato con la gomma posteriore sinistra dechappata. Si è resa così necessaria un’ulteriore sosta (anche per riparare la carrozzeria danneggiata dallo scoppio), che ha tenuto ferma la 919 per un paio di tornate, ma il sesto posto finale era proprio il risultato minimo ottenibile per fregiarsi dell’iride 2016.

D’altra parte, le Toyota hanno corso una gara ben distante dalle primissime posizioni. Le TS050 non hanno mai rappresentato un autentico problema per le quattro vetture tedesche, eccezion fatta per i primissimi giri in cui Kobayashi ha ingaggiato un bel duello con Fässler. Quarta e quinta posizione finale, rispettivamente per la #5 e la #6, con tanto di doppiaggio e sorpasso in classifica ad opera dei piloti dell’Audi #8.

L’ultima corsa delle Audi ha ricordato le grandi cavalcate degli anni d’oro. Dominio in lungo e in largo per le R18, con la #8 che è riuscita a svettare sulla gemella grazie ad una sosta nel corso dell’unico regime di full course yellow della giornata, quello chiamato per rimuovere la ruota persa dall’Aston Martin #97 all’inizio della quarta ora. Rimane il grande rammarico per una stagione sfortunata e per una versione della R18 che, forse, non è riuscita ad esprimere tutto il suo potenziale.

Podio completato, quindi, dalla Porsche #1, con Mark Webber che ha dato l’addio alle competizioni con una gara solida. Con sei podi in sei gare (quattro vittorie e due terzi posti) dopo Le Mans, la vettura campionessa uscente è stata l’esatta antitesi della gemella, che invece il podio non lo ha più visto dopo l’incredibile trionfo della Sarthe.

Ultimo giorno di scuola anche per la Rebellion R-One, che va in pensione con un altro successo tra le non ibride, avendo avuto decisamente ragione della CLM ByKolles. A proposito del team austro-romeno, proprio prima della gara sono stati annunciati i piloti che proveranno la CLM P1/01 nei rookie test di domani: trattasi di Francesco Dracone e Robert Kubica.

Combattuta fino alla bandiera a scacchi, come spesso accaduto, la LMP2, giunta anch’essa al termine del suo ciclo prima del nuovo regolamento tecnico che entrerà in vigore nel 2017. Vittoria per il team G-Drive Racing, escluso dalle qualifiche (dopo la pole position) per avere utilizzato un condotto di raffreddamento dei freni non omologato: il trio Brundle/Rast/Rusinov non si è perso d’animo e si è lanciato in una grande rimonta, con Rast che ha raggiunto e superato Filipe Albuquerque e la Ligier-Morand nell’ultima mezz’ora di gara. Il team svizzero-messicano ha concluso la stagione con un buon secondo posto davanti ai neo campioni del team Signatech. Quarta la Ligier #31 del team Extreme Speed con Pipo Derani e Chris Cumming, come successo molto spesso in questa stagione, autori di prestazioni agli antipodi. Sfortuna per la Manor #44, vittima di un altro problema tecnico che ha vanificato la buona prova di Bradley/Lynn/Rao.

Gara e titolo per Aston Martin tra le GT. L’unico a riuscire, seppur per poco tempo, a contrastare la corazzata di David Richards è stato Gianmaria Bruni nelle prime battute di gara. La Ferrari #51 ha però pagato un cospicuo degrado degli pneumatici e il team AF Corse ha dovuto cedere le armi, accontentandosi di un secondo posto in seguito al suddetto inconveniente occorso alla Vantage #97. Adam/Turner, fino a quel momento, avevano coperto bene le spalle a Marco Sørensen e Nicki Thiim, i quali hanno comunque dimostrato di sapersela benissimo cavare anche da soli. Il duo danese ha tagliato il traguardo con dodici secondi di vantaggio sulla 488; terza posizione per l’altra vettura di Maranello, la #71, che ha avuto ragione delle due Ford. Un’ulteriore prova di forza Aston Martin l’ha data proprio con la vettura #97: fermatasi per una lunga sosta dopo avere percorso praticamente un giro intero su tre ruote, Jonny Adam e Darren Turner hanno ferocemente risalito il gruppo, riuscendo alla fine a precedere anche la Ford #66 e la Porsche #77. 

Questo inconveniente ha tuttavia precluso il titolo costruttori alla Casa britannica. Con il doppio podio odierno, la classifica riservata alle marche è proprio appannaggio di Ferrari, che ha vinto tre gare e ha piazzato sempre almeno una 488 nelle prime tre posizioni. La sensazione è che l’appuntamento con il titolo piloti sia solo rinviato.

Le flebili speranze di Aston Martin di conquistare anche il titolo della GTE-Am sono durate esattamente metà gara: allo scoccare della quarta ora, Paul Dalla Lana ha parcheggiato la Vantage #98 a bordo pista a causa della rottura del propulsore. L’impresa sarebbe stata comunque impossibile, poiché alla Ferrari #83 sarebbe bastato arrivare al traguardo e così è stato: grazie al terzo posto finale, i campioni di categoria sono Rui Águas, Emmanuel Collard e François Perrodo, complessivamente meno veloci del trio Aston Martin ma indubbiamente più costanti. La stagione si è chiusa con una doppietta Porsche: successo per la #88 del team Proton con Al Qubaisi/Heinemeier Hansson/Long, davanti alla #78 del team KCMG pilotata da Camathias/Henzler/Reid.

Prima del lungo letargo invernale, un’ultima giornata di test attende alcune squadre del WEC domani. Il campionato 2017 prenderà il via da Silverstone il prossimo 16 aprile.

Classifica

Immagine copertina: fiawec.com

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