Valentino e una responsabilità non sua

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Tempo di lettura: 2 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
20 Ottobre 2015 - 09:30
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In tutti gli sport, soprattutto in questi ultimi anni “social”, è davvero semplice condividere e dare voce a parole e commenti facendo di tutta l’erba un fascio.

E’ proprio quello che sta capitando ai tifosi e agli ammiratori di Rossi, dopo le vergognose (e schifose, oserei dire) frasi rivolte ad Andrea Iannone finita la gara di Phillip Island, da parte di una frangia della tifoseria che di questa parola ha ben poco se non niente. Ma non solo: addirittura c’è chi vorrebbe che Valentino andasse davanti ad una telecamera e prendesse una posizione rispetto a questa vicenda.

Insomma, a 24 ore dalla gara la confusione regna sovrana e per quanto mi è possibile vorrei fare un po di chiarezza. Valentino Rossi è un’icona dello sport, con ha milioni di fans sparsi per tutto il pianeta. Tra questi purtroppo esiste anche la parte “marcia”, propria di qualsiasi sportivo oppure squadra tra i propri supporters.

In queste ore dentro al calderone ci siamo (si perchè anche io tifo Vale) finiti tutti, etichettati come quelli che vedono solo nella direzione del numero 46, spinti da un fanatismo estremo.

Io vorrei dire a questi “puristi” dello sport, gli stessi probabilmente che nel biennio fallimentare di Rossi in Ducati (e non solo), gli hanno augurato “le peggio cose”, di fare una distinzione chiara e precisa perchè nè noi appassionanti prima, e tifosi di Valentino dopo, nè lui stesso meritiamo di essere accostati a certa gente.

Così come non si deve avere la pretesa che uno sportivo debba essere responsabile del comportamento dei suoi “tifosi”, soprattutto di una minima parte di questi. Sarebbe come se la Ferrari, dopo il Gp d’Italia a Monza, facesse un comunicato stampa per dissociarsi dai fischi di una parte dei tifosi ad Hamilton. Una cosa che non avrebbe nessun senso, perchè non andrebbe a cambiare nulla.

Valentino Rossi non ha responsabilità in questa vicenda, non deve dare spiegazioni a nessuno. L’uomo e lo sportivo non possono essere messi al centro solamente per la comodità di vedersi puntato il dito contro da parte dei “puristi” di turno.

Tra noi appassionati serve coerenza e memoria storica, quella che aiuterebbe a capire certe situazioni: troppo facile ricordarsi le cose solo quando servono. Io spero che questa vicenda possa far capire che dare “spazio” e visibilità a certa gente fa il gioco loro e non di questo sport meraviglioso.

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6 Commenti su “Valentino e una responsabilità non sua”
Alessandro Diana Clemer dice:

Non mi sorprendo, gli italiani per i loro idoli fanno questo e altro, ma per la vecchietta che abita accanto e che non ha nemmeno i soldi per pagarsi i riscaldamenti invece…

Quaglio Enrico dice:

secondo i valentiniani il comune cittadino dovrebbe essere ONORATO di pagare anche per Rossi…..

Quaglio Enrico dice:

come dovrebbe essere la copertina di SportWeek….ricordatevi, avrebbero scritto le stesse cose anche se ci fosse stato lui al posto di Iannone.

Quaglio Enrico dice:

lui è il rappresentante supremo della strafottenza, della mancanza di rispetto per gli altri, è così da 15 anni e i coglioni che lo tifano si credono una razza superiore. lui ci è sempre andato a nozze con tutto questo sistema, senza di esso , senza la protezione di Ezpeleta e senza i leccaculo come Zamagni, Beltramo, Camicioli e altri servi sarebbe solo uno dei tanti. propaganda continua, denigrare sempre gli altri è vitale per i Valentiniani. ciò che è successo domenica è l’ennesima dimostrazione di come il 90% degli italiani che guardano la MotoGp di sport e motociclismo non ci capiscono un cazzo

Paolo Belletti dice:

fatevi un esame di coscienza voi giornalisti va là! i tifosi sono tifosi sia che si parli di calcio, di moto o di f1, solo dei poveri imbecilli, dare colpe a loro è come incriminare uno incapace di intendere e di volere

Alessandro Diana Clemer dice:

La sua responsabilità è solo quella di non aver pagato le tasse e approfittando della sua fama e posizione di personaggio pubblico ha ottenuto un bello sconto sulla penale; ad un comune cittadino questo non sarebbe permesso. Del campione non me ne frega nulla, dell’uomo bhe, poco da dire…

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