Riflessioni di fine anno

BlogF1Hammer Time
Tempo di lettura: 7 minuti
di Giancarlo Marseglia Ceccoli
30 Dicembre 2015 - 11:00
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È fine anno ed è un periodo particolare per tutti, per un motivo o per un altro. Io non faccio eccezione, anzi, per me è stato un periodo molto più particolare della media, se così si può dire. Nuove esperienze e vecchi problemi mi hanno fatto un po’ staccare la spina dal mondo del motorsport, in quest’ultimo mese. Tuttavia, per quanto poco abbia seguito le ultime news, non sono stato proprio in isolamento totale e ho colto l’occasione per fare un po’ di riflessioni che mi piacerebbe condividere con voi in questo spazio.

Non ho mai amato i bilanci di fine anno (e ancora meno amo i propositi per l’anno nuovo, ma su quelli torneremo alla fine di questo post), però mi vedo costretto a fare qualcosa di simile. Cercherò di schematizzare, per quanto possibile. Bando alle ciance, allora, ed ecco qualche spunto per questi ultimi giorni del 2015, in rigorosissimo ordine sparso, come sempre.

1. Dal punto di vista sportivo, diciamocelo, non mi rimarrà granché, per quanto riguarda la Formula 1 (discorso diverso, probabilmente, per il solo Max Verstappen: almeno lui ha provato a ravvivare le cose). Di quanto sia stato un campionato poco interessante ho già parlato, quindi non tornerò sull’argomento. Piuttosto, sono altre le cose che mi rimarranno, e la cosa non mi fa per niente piacere: ormai si parla di tutto tranne che di gare, quelle ce le scordiamo allegramente pochi giorni dopo il week-end, anche perché non è che ci sia poi granché di cui parlare, va detto. Si parla di tutt’altro: di regolamenti, di gossip, dell’abbigliamento (!) di Hamilton, di gomme fosforescenti (e mi viene sempre in mente l’ormai celebre esclamazione di Martin Brundle) e di, concedetemi il termine, boiate assortite. Aria fritta. È questa la triste fine della F1: le gare non sono più il fulcro attorno a cui ruota tutto, semmai sono una sorta di pretesto, cosa che d’altronde accade già nel calcio, con la differenza che qualche partita entusiasmante, ogni tanto, si vede pure, specie nei campionati esteri.

Effettivamente, pensandoci bene, calcio e F1 hanno molto più in comune di quanto crediamo. Anche lì, come ormai ampiamente dimostrato dalle inchieste svizzere e americane sulla FIFA, l’aspetto economico ha il predominio assoluto, a qualsiasi costo, rispetto a quello sportivo. E anche lì, naturalmente, si parla più di gossip e arbitraggi che di partite in quanto tali. Pensateci bene, nel mondo del calcio è stato coniato un termine, “calcio giocato”, a lume di logica completamente assurdo: visto che si parla di tutto, tranne che di partite, è stata inventata questa locuzione da utilizzare quelle poche volte che se ne parla, di partite. Sarebbe ridondante, perché uno sport è di per sé “giocato”, eppure non lo è, visto che nel mondo del pallone si parla più d’altro, come già detto. Allora ecco la mia proposta: inventiamo anche noi un nostro termine: “Formula 1 gareggiata”, espressione da utilizzarsi quelle poche volte che ci toccherà (sic) parlare di gare. E poi, tutto il resto, nel grande calderone del gossip e delle polemiche.

2. Se nemmeno Fernando Alonso è in grado di smuovere le coscienze (?) di chi si trova ai piani alti, allora siamo proprio fritti. La F1 rischia di essere detronizzata definitivamente dal WEC, questa è la sintesi estrema, per motivi che sono già stati trattati su questo sito. Come risponde la (fu?) categoria regina? Piazzando un patetico GP dell’Azerbaijan (mi rifiuto di chiamarlo “GP d’Europa”) lo stesso giorno della 24 ore di Le Mans, impedendo oltretutto a Nico Hülkenberg di difendere il titolo conquistato quest’anno. Applausi.

3. Alle gomme, però, voglio dedicare un capitolo a parte, mio malgrado: tralasciando le ridicole discussioni sui colori delle varie mescole, ma vi rendete conto del fatto che, invece di semplificare, abbiano reso le cose ancora più complicate, col nuovo regolamento? Se qualcuno ci ha capito qualcosa, mi contatti al più presto. Invece di ridurre l’importanza delle gomme, le rendiamo ancora più influenti, creando dal nulla una nuova mescola (era necessaria?) e mettendo ulteriori, cervellotiche regole. Nonostante tutte le polemiche che ci sono state nelle ultime stagioni. Mah.

4. Ho saputo che Yasuhisa Arai è ancora convinto di poter raggiungere un podio in stagione. Chi ha il coraggio di dirgli che la stagione è finita un mese fa? Però, va detto, la McLaren-Honda ci ha strappato qualche risata, nel grigiore generale. Grazie di cuore, dico sul serio.

5. Come prevedibile, la conversione del popolo ferrarista al culto di Sebastian da Heppenheim è completata. E c’è anche chi dice che sia normale. Ecco un’altra cosa che avvicina pericolosamente la F1 al calcio, per riallacciarmi al punto 1. E i media hanno enormi responsabilità, anche se naturalmente non lo ammetteranno mai.

6. Dove si è parlato di corse è stato in MotoGP, nel modo in cui non avremmo voluto. Anche nel mondo delle due ruote non sono mancate le discussioni da bar, coi protagonisti che hanno dato essi stessi un pessimo esempio, con l’eccezione di Dani “Camomillo” Pedrosa. Lui è stato davvero esemplare e gli auguro di poter lottare per il titolo nel 2016, sperando di non vederlo nuovamente protagonista di rovinose cadute. Mi auguro, d’altro canto, che Lorenzo, Rossi e Marquez stiano approfittando di quest’inverno appena iniziato per distendere i nervi, in modo da presentarsi in ben altro modo al via della nuova stagione, ché il finale di quella da poco conclusa è stato indecente, quando avrebbe potuto essere uno dei più belli di sempre.

7. Tornando alla F1, ma alla fine è vera questa storia della Red Bull motorizzata TAG Heuer (con la Renault alle spalle del progetto)? Ho letto qualcosa in giro ma ho bisogno di conferme. Se fosse vero, sarebbe l’epilogo perfetto per una vicenda a dir poco tragicomica (nonché l’ennesimo colpo di genio o furbata, che dir si voglia, per aggirare i regolamenti).

8. Non so voi, ma io ho come la sensazione che i cambiamenti regolamentari in vista per il 2017, in realtà, non renderanno le cose migliori, soprattutto se è vero che si darà nuovamente maggior importanza all’aerodinamica e se torneranno i rifornimenti. Insomma, c’è il concreto rischio che la toppa sia persino peggio del buco. Stiamo a vedere cosa partoriranno nella stanza dei bottoni, ci sarà da divertirsi (?)…

9. Un doverosissimo pensiero a chi, in quest’anno, ci ha lasciati: Jules Bianchi e Justin Wilson. Nel 2015, già, abbiamo anche riscoperto che il motorsport può essere fatale. Non per polemizzare a mia volta ma, al solito, sono state le reazioni a lasciarmi perplesso, soprattutto quelle di persone che dovrebbero essere addentro alle secrete cose, per citare Dante Alighieri. Anche in questo caso, ho l’impressione che si provi a trovare delle soluzioni creando, però, ulteriori problemi, come nel caso della Virtual Safety Car. Il problema è che, quando c’è in gioco la vita delle persone, ci sarebbe poco da fare esperimenti. Forse sarebbe il caso, come per tanti altri aspetti, di guardare altrove, in campionati (WEC? Cos’è? Si mangia?) che hanno adottato soluzioni ben più lineari ed efficaci.

10. Bla bla bla

E ora sarebbe il momento dei buoni propositi. Come detto in apertura, i bilanci posso pure farli, se costretto, ma i buoni propositi proprio no, sono del tutto avverso a quest’usanza. Quindi non ne farò. Piuttosto, voglio semplicemente augurarmi che, nel 2016, qualcosa cambi (in meglio, per una volta). Non so bene cosa, voglio rimanere vago per non farmi troppe illusioni, ma anche per dare la possibilità a chiunque legga questo post (credo che pochi arriveranno sino a questo punto) d’immaginarsi un qualcosa di diverso.

Magari, tra un anno, ci ritroveremo qui a vedere se, effettivamente, qualche cambiamento in positivo è avvenuto, che sia nel motorsport o in altri àmbiti.

Con leggero anticipo, buon 2016 a tutti!

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Un Commento su “Riflessioni di fine anno”
Griforosso dice:

Quando le cose non vanno i singoli aggiustamenti … non vanno. Allora per l’avvenire, non prima del 2017, ci si deve augurare una cambio radicale di Teste che decidono e che redigono i regolamenti. Per il 2016 non ci resta che pazientare visto che le Teste che decidono e decideranno sono le stesse che hanno portato la F1 a questo misero risultato sportivo. Non a caso, giustamente, parli di gossip o similari “discipline” mediatiche. Di Hamilton si cerca di fare un Personaggio alla Senna in modo che se ne possa e debba parlare in alternativa all’assenza di argomenti interessanti in ambito sportivo puro. Dietro tutto ciò io, maniacalmente, ci vedo un naturale completamento globale della …. globalizzazione. Un pensiero unico o quasi con le sole alternative trattate mediaticamente che non si discostino troppo da tale Pensiero Unico per dare l’illusione che esista ancora una “libertà di pensiero”. Un saluto a tutti gli Appassionati e sempre VIVA FERRARI

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