Non illudiamoci, Budapest è stata una splendida eccezione

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
29 Luglio 2014 - 21:35
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Leggo commenti entusiasti di chi, dopo una gara seppur bellissima come quella di Budapest, parla di ritorno dello spettacolo in F1.

Capisco come ormai sia sufficiente una gara bella e combattuta per risollevare il morale, ma non illudiamoci. Il Gp d’Ungheria è stato semplicemente un’eccezione in un mondiale piuttosto buio.

A concorrere alla riuscita di un Gran Premio come quello di Budapest sono stati diversi fattori, che visti dopo qualche giorno fanno pensare quasi ad un copione già scritto.

Iniziamo dal rogo del sabato di Hamilton: dibattiti, ipotesi di complotti pro-Rosberg, la depressione di Lewis. La Mercedes che va in fiamme rende elettrizzanti le qualifiche soprattutto in ottica gara. Il sabato, insomma, già preannuncia una domenica combattuta, con Hamilton che vorrà sicuramente rimontare e dimostrare quanto vale nonostante la sfiga.

Arriviamo alla domenica, e al diluvio pre-gara che obbliga tutti a partire con le intermedie. In realtà, l’acqua non ha scombussolato più di tanto i piani. Fino all’incidente di Ericsson, Rosberg pareva destinato ad una solitaria cavalcata verso la vittoria dopo essere partito dalla pole. Ma, di fatto, Ericsson ha perso il controllo della sua Caterham e ha causato l’ingresso della prima Safety Car.

Appunto, la Safety Car. Che sbaglia il timing dell’ingresso e si immette in pista quando i primi quattro (Rosberg, Bottas, Vettel, Alonso) sono già passati. Tutti gli altri rientrano ai box per il cambio gomme (e qui avviene il patatrac Mclaren, che monta nuovamente le intermedie quando tutti vanno sulle slick). I primi quattro sono costretti ad effettuare il pit al giro successivo, quando tutti gli altri si sono già accodati alla Safety. Usciranno posizioni indietro, con Ricciardo che essendo quinto prima della Safety si trova primo. Nel frattempo Hamilton ha recuperato fino ai punti.

Poi arrivano il secondo botto di Perez e la seconda Safety, seguita qualche giro dopo dal 360° di Vettel che lo esclude dalla lotta per i primi posti e lo costringe ad un altro pit per aver spiattellato una gomma.

Ad aggiungere sale alla corsa, il team radio Mercedes che chiede ad Hamilton di lasciare strada a Rosberg. Lewis si rifiuta, e giù altre polemiche, ma ne parlerò in un’altra occasione.

Il resto è storia, lo conosciamo. Gli ultimi giri incandescenti con Alonso che tenta di resistere ad Hamilton e Ricciardo che, in barba agli altri due, al terzultimo giro mette una marcia in più e va a prendersi la vittoria.

Insomma, tanti elementi *non* artificiali che, congiunti, hanno contribuito a creare una gara inaspettata quanto bella. Inaspettata, appunto. Niente a che vedere con un normale weekend di gara in cui tutto fila liscio con la Mercedes che domina e gli altri a raccogliere le briciole.

Certo, piacerebbe vedete tutte gare così, ma non possiamo aspettarci pioggia, Safety e guai per Hamilton ad ogni weekend. A meno di scriverlo veramente, un copione.

Che Bernie non mi legga..

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