Newey e la RB14: sarà ancora magia oppure no?

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di Andrea Ettori @AndreaEttori
10 Maggio 2017 - 09:53
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Questo fine settimana in Spagna dovrebbe debuttare la nuova Red Bull RB14, che andrà a sostituire la deludente RB13 utilizzata dal team in questo inizio di stagione. Una vera e propria novità che sa molto di “anni ’90” quando, durante la stagione, i progettisti disegnavano e portavano vetture completamente nuove.

Una macchina che si dice sia quella seguita al 100% da Adrian Newey, impegnato in precedenza nel progetto Aston Martin Valkyrie, che dovrebbe ridare la competitività e il tanto sospirato carico aerodinamico persi dalla scuderia di Milton Keynes. Personalmente ho sempre sostenuto che il cambio di regolamento avvenuto quest’anno potesse da subito favorire la Red Bull e questo inizio di campionato ha deluso non solo le mie aspettative ma anche quelle di tanti altri.

Il problema PU Renault non a livello Mercedes è evidente ma non sicuramente la causa dei problemi della “vecchia” RB13. Una macchina che scivola troppo al posteriore, mettendo in crisi la gestione delle gomme che per i piloti diventa complicata. Sarà interessante vedere, perché sembra che la nuova macchina sia totalmente diversa dalla precedente, le novità che il “genio” di Newey ha portato in pista.

Nella sua carriera, oltre alle tantissime vittorie, l’inglese è riuscito spesso a trovare delle soluzioni vincenti per trasformare le proprie creature in macchine quasi imbattibili. Paradossalmente questo tipo di “magia” è riuscita spesso quando i regolamenti erano più restrittivi, permettendo poco spazio di azione da parte dei progettisti.

Newey ha vinto negli anni ’90 con la Williams, in un periodo d’oro tecnologicamente parlando, progettando grandi macchine aiutate anche da sistemi che facevano la differenza in pista come le “attive”. Ha vinto con la Mclaren a fine anni ’90, nonostante una Ferrari più competitiva (soprattutto nel 1999) dell’allora freccia d’argento di Woking.

Ma è proprio in Mclaren, e successivamente anche in Red Bull, che il progettista inglese ha mostrato i propri limiti. Ad inizio anni 2000 la Ferrari ha dominato in lungo e in largo, lasciando ai rivali solamente le briciole. Newey in quel periodo provò in ogni modo a fermare il dominio “rosso” con diversi progetti che non sempre portarono successi al team britannico, anzi.

La MP4-18 progettata in tutto e per tutto per tornare a vincere il titolo non venne mai utilizzata in un week-end di gara, a causa di errori di progettazione piuttosto gravi e pure pericolosi. La MP4-19 fu un totale disastro, con Raikkonen vincente solo a Spa, mentre la MP4-20 grazie anche ad un nuovo regolamento si dimostrò particolarmente veloce ma poco affidabile. L’ultima Mclaren firmata Newey, la MP4-21 del 2006, nonostante un aerodinamica particolarmente sofisticata non riuscì a vincere nemmeno un GP.

Il passaggio alla Red Bull non fu affatto semplice, con la RB3 ma soprattutto con la RB4 del 2008 (le F1 aerodinamicamente più estreme e complicate) che ottennero risultati al di sotto delle aspettative. Nel 2009, con un regolamento più restrittivo aerodinamicamente e il conseguente arrivo degli scarichi soffiati, la Red Bull fece il definitivo salto di qualità andando poi a vincere tutto quello che sappiamo.

In conclusione Newey è il classico “genio e sregolatezza”, capace spesso di tirare fuori il cappello dal cilindro come di fare un clamoroso buco nell’acqua. La RB14, se effettivamente sarà in pista a Barcellona, ci dirà se quella “magia” è rimasta ancora nella mente del progettista inglese.

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