La quasi vittoria di Damon Hill a Budapest 1997

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
10 Luglio 2015 - 11:00
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Ci sono Gran Premi che rimangono nella memoria degli appassionati ed entrano di diritto nella storia della Formula 1. Quello d’Ungheria del 1997 è uno di questi sicuramente, grazie alla “quasi” vittoria di Damon Hill con la sua Arrows Yamaha gommata Bridgestone.

Dopo aver vinto il mondiale 1996 con la Williams Renault, Damon viene “silurato” da campione del mondo, e quindi accetta di trasferirsi all’Arrows Yamaha, dove ad attenderlo c’è un progetto interessante ma molto complicato. I test invernali, e le prime gare stagionali sono un mezzo disastro. Il motore Yamaha è carente di cavalli, e la A18 è piuttosto complicata da guidare. Hill, frustrato da questa situazione, dichiara anche che la vettura è “pericolosa” e chiede cambiamenti per risollevare la situazione.

A Maggio arriva John Barnard, che inizia a lavorare sul telaio, cercando di adattarlo alle coperture Bridgestone. Con il passare dei Gp, la vettura diventa più competitiva, tanto che Hill riesce ad agguantare un 6° posto a Silverstone, festeggiato come una vittoria con tanto di lacrime finali.

Si arriva quindi a Budapest, pista graditissima al pilota inglese, già vincitore 2 volte sul circuito dell Hungaroring nel 1993 e nel  1995. Nessuno può immaginare quello che succederà in quel week-end di metà Agosto. Già durante le libere del venerdì, Hill mostra un buon passo, dimostrando i progressi della sua A18. Al sabato però, la musica cambia e di tanto.

Hill con un giro pazzesco piazza la sua Arrows al 3° posto in griglia, poco dietro al poleman Schumacher e all’ex compagno di squadra Villeneuve. Tutti pensano ad un “fuoco di paglia”, tanto che Irvine nel post qualifiche dichiara: “ speriamo che Damon domani non faccia da tappo, altrimenti per noi la gara è già finita”.

La Domenica il gp parte sotto un sole caldo, con Schumacher che scatta bene dalla pole seguito dallo stesso Hill, bravo a superare Villeneuve in partenza. Dopo aver fatto “sfogare” il tedesco sulla Ferrari, al giro numero 11, Damon attacca Michael sul rettilineo e con una staccata magistrale alla prima curva lo sorpassa. Nel giro che segue guadagna 2″6 su Schumacher, tra lo stupore generale.

Mentre tutti gli altri vanno in crisi con le gomme, soprattutto chi è gommato Goodyear, Hill allunga quasi in maniera imbarazzante su Villeneuve, suo diretto inseguitore. Il vantaggio sul canadese, dopo la seconda tornata di pit-stop, arriva ad essere di 35″. Sembra fatta.

Hill gestisce la vettura, aspettando solamente la bandiera a scacchi, mentre dietro di lui Schumacher guida sulle “tele” a causa del prematuro consumo delle sue coperture Goodyear. Ma ecco il colpo di scena. Poco dopo aver iniziato l’ultimo giro, Hill inizia a zigzagare con la sua Arrows. Sembra un problema con il pescaggio della benzina, in realtà a causa di un guasto idraulico il cambio rimane bloccato in 3a marcia. Villeneuve raggiunge l’inglese, superandolo e andando a vincere una gara insperata.

Damon raggiunge comunque il traguardo, cogliendo un fantastico 2°posto che lascia però un po di amaro in bocca. Infatti, oltre al dominio totale della gara, se Hill avesse vinto avrebbe scritto la storia di Arrows, Yamaha e Bridgestone (che avrebbero vinto insieme il loro 1° Gp in F1).

Nei box, dopo l’abbraccio con Villeneuve, Damon festeggia con il suo team un podio comunque incredibile, perchè nell’epoca del punteggio 10,6,4,3,2,1 per l’Arrows quei 6 punti guadagnati dal campione del mondo in carica a fine stagione saranno fondamentali.

Per chi volesse su internet è ancora possibile trovare la gara completa. Difficilmente nella storia di questo sport si è assistito ad un dominio così grande di una vettura di secondo piano durante un Gp. A distanza di 18 anni, la “quasi” vittoria di Damon Hill con l’ Arrows Yamaha rimane un ricordo da raccontare, e comunque un impresa entrata di diritto nella storia della F1.

(immagine di copertina: internet)

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