Indycar | Nel Fast Friday si rivedono gli Chevy

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Andrea Gardenal
21 Maggio 2016 - 08:30
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L’ultimo giorno di prove libere prima delle qualifiche della 500 Miglia di Indianapolis è andato in archivio con la prima posizione di Will Power, che ha ottenuto il proprio miglior tempo in 38.68610 secondi alla media di 232.672 miglia orarie. Il Fast Friday, giorno nel quale tradizionalmente viene aumentata la pressione di sovralimentazione del turbo e le ali vengono scaricate, ha portato ad un primo segnale di reazione da parte della Chevrolet, che dietro a Power ha piazzato Josef Newgarden, secondo a 5 centesimi.

Le buone notizie per il costruttore americano, tuttavia, finiscono qui: dal terzo all”undicesimo posto troviamo infatti una lunga teoria di piloti Honda capitanata da James Hinchcliffe, alle cui spalle si trovano quattro dei cinque piloti Andretti con Muñoz davanti ad Andretti, Bell e Hunter-Reay. Ottavo Gabby Chaves, che giovedì aveva ottenuto il miglior tempo, davanti ad Aleshin, Rossi e Servia.

Per ritrovare un pilota Chevy bisogna scendere fino al 12° posto occupato da Scott Dixon che ha preceduto Pagenaud, Hildebrand e Castroneves. Ancora più indietro Montoya, 18° alle spalle di Rahal, e Tony Kanaan, solamente 20°. A questo punto la possibilità che Honda abbia messo in piedi un pacchetto estremamente competitivo in vista della Indy 500 inizia a farsi reale.

È opportuno dire due parole anche sui migliori tempi effettuati senza scia, dato che durante le qualifiche ogni pilota si troverà in pista da solo: primo in questa speciale classifica è Townsend Bell col tempo di 38.9034, alla media di 231.342; curiosamente questo riferimento cronometrico è più lento di soli 4 centesimi rispetto a quello registrato con la scia, segno che probabilmente il suo potenziale velocistico era ancora superiore. Secondo Will Power, ad appena 6 decimillesimi dal tempo di Bell, davanti alla tripletta Andretti Autosport composta da Hunter-Reay, Andretti e Muñoz; anche in questa classifica gli Chevy pagano qualcosa rispetto agli Honda, col costruttore nipponico che ha piazzato 7 vetture ai primi 8 posti.

Per quanto riguarda i giri percorsi, nessuno è stato un reale stakanovista: la maggior parte dei piloti ha infatti completato tra i 40 e i 50 giri, segno che l’assetto da cui partivano è risultata soddisfacente per tutti. L’unico che ha effettuato qualche giro in più è stato Spencer Pigot, che dopo aver perso la giornata di ieri a seguito dell’incidente di mercoledì ha completato 66 passaggi; per contro i piloti che hanno girato meno sono stati Kimball, con 26 tornate, e Montoya, solamente 17.

Anche ieri non ci sono stati particolari problemi in pista: a parte le consuete caution per detriti, gli unici episodi fuori dalla norma sono stati lo stop di Clauson in prossimità dell’ingresso box e una spruzzata di pioggia sul finire del turno che ha obbligato la direzione di gara a sospendere le attività in pista per quasi un’ora.

Il programma di oggi è particolarmente fitto. Dalle 8 alle 10 si terranno due ulteriori ore di prove libere: nella prima i piloti verranno divisi in due gruppi, uno girerà nella prima mezz’ora, l’altro nella seconda; nella seconda ora, invece, tutti torneranno assieme in pista. dalle 11 (le 17 italiane), infine, prenderanno il via le qualifiche: ogni pilota avrà a disposizione un tentativo garantito, ma eventualmente potrà decidere di tornare in pista tutte le volte che vorrà fino alle 17:50, ora in cui le prove termineranno.

Seguono i risultati delle libere di ieri e l’ordine di discesa in pista dei vari piloti, sorteggiato nella serata di ieri dalla Indycar. Con la lettera T si intendono i muletti a disposizione dei piloti; è probabile però che questi non verranno utilizzati e che pertanto risultino “trasparenti” ai fini dell’ordine di discesa in pista dei piloti

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Immagine di copertina da indycar.com

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