I media italiani, più tifo che passione

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Giancarlo Marseglia Ceccoli
28 Luglio 2015 - 12:20
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Questo articolo, ne sono consapevole, susciterà pareri molto discordanti tra di loro, ma ciò non è necessariamente un male. L’argomento, sono consapevole anche di questo, è estremamente ostico e complesso, per questo motivo non voglio assolutamente pontificare o sputare sentenze, ma soltanto esprimere un personalissimo parere, con la massima schiettezza possibile.

Quello di cui vorrei scrivere è l’approccio che molti addetti ai lavori hanno nei confronti della Formula 1, un approccio troppo spesso da tifosi, più che da giornalisti. Ci sarebbero innumerevoli casi da citare, susseguitisi in questi anni, ma domenica sembra che sia successo qualcosa di ancor più eclatante (e per certi versi comico), quindi penso proprio di prendere spunto da lì.

Mi è stato riferito che, durante il GP d’Ungheria, i commentatori della RAI abbiano dato luogo a un singolare siparietto: in pratica, pare si siano scagliati contro la regia della FOM, rea di aver inquadrato troppo poco la Ferrari di Vettel in testa alla gara.

La mia domanda è semplice: ci sono o ci fanno?

Hanno lorsignori la memoria corta? Dimenticano che è consuetudine (nemmeno troppo errata, a mio modesto modo di vedere) della regia internazionale inquadrare poco o nulla chi è saldamente in testa a una gara?

Oppure se ne sono accorti soltanto domenica?

La risposta è semplice e complessa al tempo stesso: domenica in testa c’era una Ferrari, particolare tutt’altro che trascurabile. Siamo stati abituati, nelle ultime stagioni, a vedere altre squadre dominare in Formula 1, essenzialmente Red Bull e Mercedes, senza dimenticare la Brawn GP nel 2009. Alla Ferrari non è rimasto granché, fatta eccezione per le stagioni in cui si è giocata il Mondiale, vale a dire il 2010 e il 2012. Perché sto dicendo questo? Perché, in queste stagioni, questa prassi è stata sempre adoperata.

Ricordate quando, al GP del Belgio 2012 (sì, quello del patatrac alla Source innescato da Romain Grosjean), Jenson Button fu preso in giro per essere stato “il vincitore di un Gran Premio meno inquadrato di tutti i tempi”?

Io me lo ricordo come se fosse ieri: l’inglese condusse una gara magistrale, dominata senza una minima sbavatura e, per questo motivo, fu inquadrato pochissimo dalla regia. La cosa fu commentata con un certo buonumore, d’altronde c’era ben poco da inquadrare. Di sommosse popolari invocate dalla cabina di commento, nemmeno l’ombra.

Quante volte Sebastian Vettel, quando guidava una Red Bull, è stato “ignorato” dalla regia perché semplicemente correva in solitaria?

Quante volte lo stesso trattamento è stato riservato alle Mercedes di Lewis Hamilton e Nico Rosberg nelle ultime due stagioni?

Avete mai sentito lamentele? Non direi.

E allora spiegatemi perché, quando una Ferrari si trova in questa circostanza, si gridi allo scandalo.

Ma, come premesso, questa non è altro che la punta dell’iceberg.

C’è poco da fare, la Formula 1 in Italia viene trattata con scarsissima obiettività, ed è questo il vero argomento del mio articolo: quando c’è di mezzo la Ferrari, tutte quelle che dovrebbero essere le regole di base del giornalismo (in primis l’imparzialità, per l’appunto), sembrano venir meno. La RAI e Sky, certe volte, mi sembrano dei canali tematici, sullo stile di Juventus TV o Milan Channel, perché tale è l’approccio.

Quando muovevo i primi passi nel mondo dello sport, chiedevo a chi ne sapeva più di me: “Ma questo telecronista per quale squadra tifa?” e la risposta era più o meno questa: “Non si sa perché i telecronisti non possono dirlo”.

Ecco, è una cosa sacrosanta, dovrebbe essere l’ABC, invece mi sembra proprio che non lo sia, almeno per qualcuno.

Secondo i media italiani, infatti, è scontato che lo spettatore medio tifi per la Ferrari (così come in MotoGP è scontato che tifi per Valentino Rossi, oppure nel ciclismo è scontato che parteggi per Vincenzo Nibali, e così via), in nome di un patriottismo che viene fuori soltanto sul divano davanti a un evento sportivo.

Non passa proprio per la testa che il pubblico sia più variegato di quel che credono?

Io, che sono espressione di una minoranza, mi sento preso in giro da tutto ciò, e suppongo che tanti altri si trovino nella medesima situazione.

Mi sembra doveroso, dal momento che né la RAI né Sky sono gratis, chiedere un servizio imparziale e rigoroso.

Non sto chiedendo un approccio gelido e distaccato, ci mancherebbe altro, e anzi ritengo che un commentatore sportivo debba saper comunicare al pubblico quante più emozioni possibili. Ma comunicare emozioni è ben altra cosa rispetto a tifare.

Mi rendo conto di quanto la Ferrari sia importante per la Formula 1 e di quanta passione e gioia ci mettano i suoi tifosi quando vince, però questa situazione rischia di diventare fastidiosa quando si passa il limite.

Tutti ci siamo emozionati, anche noi non tifosi, quando Vettel ha salutato Jules Bianchi nel suo team radio, ed è quindi giusto che anche chi commenta sia partecipe di emozioni di questo genere, però non si può ugualmente tollerare l’approccio Ferrari-centrico che domina costantemente quando si commenta un week-end di gara (anche quando di emozionante c’è ben poco). Ribadisco, le emozioni e il tifo sono due cose completamente diverse, ed è una cosa che purtroppo sfugge ai più.

Quando la Ferrari vince, poi, tutti riscoprono la Formula 1: telegiornali, stampa generalista (guardando le prime pagine di lunedì, mi accorgo che una grande testata nazionale ha dato adito alla polemica delle “poche inquadrature sulla Ferrari”), persone che normalmente ignorano la stragrande maggioranza dei fatti che avvengono nel Circus… tutte categorie che ci si chiede dove siano quando la Ferrari non vince.

Forse sarò io a esagerare, però credo di aver toccato un argomento molto complesso, su cui si dovrebbe aprire un dibattito, nonostante sia convinto che nulla cambierà mai.

È necessario, secondo me, che cambi radicalmente l’atteggiamento di certi addetti ai lavori, perché essere tutti appassionati va benissimo, ma non altrettanto essere tutti tifosi.

Per concludere, mi sembra doveroso ringraziare il nostro Alessandro Secchi che mi ha concesso di scrivere qualcosa di diverso dal solito e di più, per così dire, personale.

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5 Commenti su “I media italiani, più tifo che passione”
Griforosso dice:

Il contenuto dell’articolo è condivisibile nello spirito, sopratutto quando si verificano fatti come il commento/lamentela di Mazzoni. Che il popolo italiano sia un po’ provinciale è ben noto ma, nel tempo, ho scoperto che nemmeno altri popoli sono esenti da questa malattia. Ad iniziare dal stessi Inglesi o Francesi. Io credo che tutto ciò sia frutto, anche inconsapevole, delle tecniche di comunicazione che DEVONO ottenere un certo risultato. Quello di interessare e, sopratutto, far discutere la gente in modo che venga “distratta” da temi di ben altra importanza e che fanno così BENE al potere che governa il mondo. Avete mai notato come una certa parte della massa commenta i fatti o esprime concetti sulla base dei titoli dei giornali del giorno ? Ed avete notato come il giorno dopo i loro commenti e concetti cambino solo perché i titoli dei giornali sono cambiati e, magari, di contenuto contrario a quelli del giorno prima. Lo Sport più di qualsiasi altro argomento serve a tale scopo e se l’Appassionato si trasforma, anche inconsapevolmente, in Tifoso si raggiunge l’apoteosi.

Maria dice:

Io tifo Vettel da anni (da quando secondo i maligni vinceva solo grazie a Red Bull) sinceramente mi dà fastidio sentire l’esaltazione che ne fanno tutti i media Tv e cartacei da quando è in Ferrari! Come se l’avessero scoperto solo ora…
Per la MotoGP è ancora più irritante perché il commento di Meda è davvero fazioso ed irrispettoso di chi non tifa Rossi.

Luca SCH dice:

Completamente d’accordo con l’articolo… tra l’altro, questa deriva da “cronista tifoso” di stampo calcistico è roba recente… ricordo che quando Schumi dominava nei primi anni 2000, veniva inquadrato in partenza, durante i pit stop e all’arrivo… e non mi pare che qualcuno si lamentasse di questa cosa (men che mai Mazzoni)

Mattia dice:

Che Mazzoni dice castronerie durante le telecronache è un dato assodato da anni di seguito di F1 sulla tv pubblica. Un appunto. La RAI non è a pagamento, il Canone è una tassa di possesso del televisore. Non si paga il canone perchè guardi la RAI. Tornando al succo dell’editoriale come non essere d’accordo? Sono da sempre tifoso Ducati, e ascoltare le telecronache MotoGP era da ansia, che dopo Rossi sia un Fenomeno delle due ruote credo sia fuori discussione…il problema è che non tifo il pilota ma la moto. Idem per la F1, tifo Ferrari, ma esaltare oltremisura le gesta di chi la guida solo perchè la guida, o affossarlo perchè non la guida più è sbagliato e fastidioso. Per farla breve, anche se tifoso sono d’accordo col tuo pensiero. Saluti

Burger Christ dice:

Mah, oddio, secondo me ci sta che i cronisti italiani sottolineino maggiormente le gare della Ferrari. E’ anche una questione di marketing: il loro atteggiamento potebbe avvicinare altri italiani alla F1, così come le telecronache di Meda avvicinarono tantissimi non appassionati alla MotoGP e lo si fa in tutti gli sport e, credo, in tutte le nazioni.
Il problema, secondo me, è che Domenica Mazzoni ha decisamente esagerato: una lamentela continua, ingiustificata, esasperante, tragicomica in alcuni frangenti; mi dispiace anche che nessuno dei suoi collaboratori lo abbia richiamato alla calma, ma almeno hanno avuto la decenza di stare zitti e non gettare altra benzina sul fuoco.

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