Gran Premio di Monaco 2013 – Anteprima

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Tempo di lettura: 10 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
19 Maggio 2013 - 20:20
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71° Gran Premio di Monaco – Montecarlo
Round 6/19 – 23/25/26 Maggio 2013
884° Gran Premio

PRESENTAZIONE

Il Gran Premio più bello e affascinante dell’intero calendario torna ad allietarci il prossimo weekend nella sua consueta collocazione di fine maggio. A partire da giovedì infatti il circus a quattro ruote sarà impegnato per le stradine di Monte Carlo per il Gran Premio di Monaco, un appuntamento unico nell’intero mondiale di Formula 1.

Come si può descrivere questa gara? Folle? Assurda? Incredibile? Forse “impressionante” è l’aggettivo che la descrive meglio: è impressionante vedere al giorno d’oggi bolidi progettati per superare i 300 km/h percorrere strette stradine in una continua lotta con dossi, tombini, muretti e marciapiedi. A Monaco non si lotta con gli altri piloti, ma con le proprie abilità, il rischio di sbagliare è costante, ogni curva nasconde un’insidia, un pericolo, un trabochetto. 78 lunghissimi giri da percorrere alla massima concentrazione, niente può essere lasciato al caso.

La Formula 1 si lascia alle spalle il Gran Premio di Spagna e la vittoria dell’idolo di casa Fernando Alonso, che si è imposto davanti a Raikkonen e all’altro ferrarista Massa. In difficoltà le Red Bull, giunte a 40 secondi dal vincitore, ma soprattutto le due Mercedes. La casa di Stoccarda anche, in Spagna, ha conquistato la pole position con Rosberg, ma tempo dieci giri ed è stata costretta ad alzare bandiera bianca. Le frecce d’argento soffrono, cronicamente, dello stesso problema: un eccessivo degrado delle gomme.

Proprio la questione gomme si è imposta con decisione nella scorsa settimana: in Spagna si è assistito al festival dei pit stop, davvero troppi, e agli ennesimi problemi di sfaldatura delle gomme Pirelli che a partire dal Gran Premio del Canada saranno modificate! La notizia è stata accolta favorevolmente da Red Bull e Mercedes, meno da Ferrari e Lotus, soprattutto da quest’ultima che è riuscita a trovare un buon equilibrio tra prestazioni e tenuta dello pneumatico permettendosi la possibilità di effettuare in media una sosta in meno degli avversari.

Il Gran Premio di Monaco si disputa sul circuito cittadino di Monte Carlo, anche se in verità la maggioranza del tracciato si trova nel quartiere de La Condamine: solo la zona del Casinò e di Mirabeau si trovano effettivamente nel quartiere denominato Monte Carlo, caratterizzato appunto dalla presenza della famosa casa da gioco e dai locali notturni. Il circuito, dalla sua introduzione in calendario ad oggi, è cambiato pochissimo. E’ un mix di precisione, eccellenza tecnica e audacia che rendono questo appuntamento una gara a sè stante dove le qualifiche giocano un ruolo cruciale: partire davanti è importantissimo, in condizioni meteo normali già partire dalla terza/quarta posizione è compromettente.

Il tracciato comprende 19 curve. Subito dopo la partenza tutte le vetture si ritrovano nella stretta curva di Santa Devota (patrona del Principato) per poi affrontare un breve allungo in salita denominato Beau Rivage che si conclude con una piega a sinistra, Massenet, che immette nel quartiere di Monte Carlo con la curva del Casino e di Mirabeau. Si scende quindi alla curva della vecchia stazione, il punto più stretto e lento dell’intero mondiale di Formula 1. Superata la curva del Portier ci si immette nel tunnel al termine del quale si raggiunge la velocità più elevata sui 280/290 km/h. Superata la chicane del porto i piloti affrontano un altro breve allungo che immette nella zona più tortuosa del tracciato: la curva Tabac, una veloce piega a sinistra seguita immediatamente dalle due chicane della piscina. Ci si avvia a concludere così il giro affrontando La Rascasse e l’ultima curva la Anthony Noges, dal nome dell’industriale del tabacco che organizzò le prime edizioni del Gran Premio.

Tuttavia, Monte Carlo, circuito cittadino per eccellenza, nacque proprio nell’epoca in cui i tracciati permanenti erano una netta minoranza, e i cittadini erano la regola o quasi, ma divenne subito un classico unico nel suo genere. “Secondo me non ha senso correre in quell’assurdo carosello di stradine con le nostre velocissime vetture”. A parlare non è un pilota di oggi, ma Rudi Caracciola, che su questa pista ci rimise cinque centimetri alla gamba destra in un incidente nel 1933, e che poi riuscì a vincere l’edizione 1936.

In quei primi anni, i migliori assi del momento si alternano nell’albo d’oro, compresi i nostri Varzi, Nuvolari e Fagioli. Dopo un decennio di pausa dovuto al secondo conflitto mondiale, è ancora un italiano a riannodare i fili della storia, con Farina vincitore nel 1948. Due anni dopo, la prima delle due vittorie di Fangio è anche un esempio della sua sagacia: alla curva del Tabaccaio si sviluppa una gigantesco groviglio al primo giro, mentre Fangio, in testa, sta per arrivare ignaro sul posto. Vedendo che gli sguardi del pubblico non erano rivolti a lui, leader della gara, ma verso il Tabaccaio, capì al volo che c’era un problema: riuscì così a rallentare e a evitare tutte le auto incidentate e a farsi, dirà poi annoiato, i restanti 99 giri della corsa.

Gli incidenti sono infatti una componente costante di una pista che resta claustrofobica e praticamente senza alcuna via di fuga: altro esempio di incidente multiplo è quello innescato dallo spettacolare volo di Daly nel 1980 che rimbalza tre volte in mezzo al gruppone mettendo KO incredibilmente solo quattro macchine. In compenso, quasi mai gli esiti degli incidenti sono stati fatali: le due sole vittime del circuito sono due piloti italiani: il primo dei quali, Fagioli (vincitore nel 1935) muore in seguito a complicazioni dopo un’incidente all’uscita del tunnel in quella che rimase l’unica edizione del Gran Premio dedicata alle vetture Sport (1952).

L’altro pilota italiano vittima della pista è Lorenzo Bandini, il cui spaventoso rogo alla chicane nell’edizione del 1967 fece esplodere definitivamente il problema della sicurezza nei Gran Premi. Dopo Fangio, si afferma definitivamente la scuola inglese, con le tre vittorie di Stirling Moss (memorabile quella del 1961 ottenuta con una Lotus privata del team Walker contro lo squadrone Ferrari dotato di auto ben più potenti) e soprattutto con Graham Hill, ben cinque volte vincitore negli anni 60 con BRM e Lotus. Anche Jackie Stewart diviene specialista del circuito con tre trionfi (1966-71-73) il primo dei quali viene ottenuto davanti alle macchine da presa della troupe hollywoodiana che, agli ordini del regista Frankenheimer, lavorano al film “Grand Prix”.

In quel periodo resta memorabile l’edizione del 1970, decisa letteralmente all’ultima curva (il Gasometro, che poi verrà cancellata due anni dopo) quando il leader Jack Brabham (vincitore nel 1959), braccato dalla Lotus di Rindt, sbaglia l’ultima frenata propiziando così l’inaspettato trionfo dell’austriaco davanti a uno sbigottito direttore di corsa che dimentica persino di sventolare la bandiera a scacchi. Ma l’edizione del 1982 è ancor più pirotecnica: anche a causa di una leggera pioggia negli ultimi giri, la leadership della corsa passa di mano cinque volte, una vera roulette da cui esce vincitore Riccardo Patrese su Brabham, che ottiene la sua prima vittoria in Formula 1 e riporta un italiano sul più alto gradino del podio, risultato che i nostri colori ripeteranno, a tutt’oggi, solo con Trulli nel 2004 (su Renault).

A partire dal 1973 il circuito viene modificato aggiungendo il complesso della Piscina e della Rascasse. Lauda e Scheckter vincono due volte ciascuno, ma con gli anni 80 arrivano sulla scena due super-assi in grado di attaccare il record di Baffo-Hill: Alain Prost vince tre volte consecutive il Gran Premio ma poi si ferma al quarto trionfo, ottenuto nel 1988 approfittando di un incidente del leader. E sarà proprio quest’ultimo, Ayrton Senna, a riuscire nell’impresa: ben sei trionfi tra il 1987 e il 1993, un limite che il solo Schumacher ha poi avvicinato ma non eguagliato. Il tedesco, prima su Benetton poi su Ferrari, si ferma a cinque trionfi tra il 1994 e il 2001, ma fallendo sempre l’aggancio negli anni seguenti. I cinque campioni del mondo attualmente in attività hanno tutti vinto almeno una volta il Gran Premio di Monaco, con Alonso che ha fatto doppietta nel 2006-07. Due trionfi anche per Webber (2010-12), che negli anni ha dimostrato un notevole adattamento al toboga monegasco.

A Monaco la Pirelli si presenterà con le mescole più soffici della gamma: le supersoft e le soft. Il circuito è un cittadino, le gomme saranno molto meno sollecitate rispetto ad altre piste ma i problemi di degrado non mancheranno. La Mercedes sembra essere il team più quotato a partire in pole anche nel principato e approfittando dell’impossibilità di effettuare sorpassi potrebbero anche condizionare la prima parte di gara, almeno fino al decadimento delle Pirelli. Chi è in cerca di conferme è la Ferrari che manca la vittoria tra le stradine di Monaco da ben dodici anni, la pista ci dirà, come sempre, chi la spunterà!

DATI E RECORD
monaco_flag
INFO CIRCUITO
Lunghezza del circuito: 3,340 km
Giri da percorrere: 78
Distanza totale: 260,530 km
Numero di curve: 19
Senso di marcia: orario
Mescole Pirelli: supersoffici/soffici
Apertura farfalla: 42% della percorrenza
RECORD
Giro gara: 1:14.439 – M Schumacher – Ferrari – 2004
Distanza: 1h40:29.329 – F Alonso – McLaren – 2007
Vittorie pilota: 6 – A Senna
Vittorie team: 15 – McLaren
Pole pilota: 5 – A Senna
Pole team: 11 – McLaren
Km in testa pilota: 1.459 – M Schumacher
Km in testa team: 3.057 – McLaren
Migliori giri pilota: 5 – M Schumacher
Migliori giri team: 16 – Ferrari
Podi pilota: 8 – A Senna
Podi team: 48 – Ferrari

 

GRAN PREMIO DI MONACO IN TV
Giovedì 23 Maggio
10:00-11:30 Prove Libere 1 – Sky Sport F1
14:00-15:30 Prove Libere 2 – Sky Sport F1
Sabato 25 Maggio
11:00-12:00 Prove Libere 3 – Sky Sport F1
14:00-15:00 Qualifiche – Sky Sport F1
Domenica 26 Maggio
14:00 Gara – Sky Sport F1
21:00 Differita Rai 2

 

ALBO D’ORO
01. 1929* W Grover “Williams” – Bugatti
02. 1930* R Dreyfus – Bugatti
03. 1931* L Chiron – Bugatti
04. 1932* T Nuvolari – Alfa Romeo
05. 1933* A Varzi – Bugatti
06. 1934* G Moll – Alfa Romeo
07. 1935* L Fagioli – Mercedes
08. 1936* R Caracciola – Mercedes
09. 1937* M Brauchitsch – Mercedes
10. 1948* G Farina – Maserati
11. 1950 J Fangio – Alfa Romeo
12. 1952* V Marzotto – Ferrari
13. 1955 M Trintignant – Ferrari
14. 1956 S Moss – Maserati
15. 1957 J Fangio – Maserati
16. 1958 M Trintignant – Cooper Climax
17. 1959 J Brabham – Cooper Climax
18. 1960 S Moss – Lotus Climax
19. 1961 S Moss – Lotus Climax
20. 1962 B McLaren – Cooper Climax
21. 1963 G Hill – BRM
22. 1964 G Hill – BRM
23. 1965 G Hill – BRM
24. 1966 J Stewart – BRM
25. 1967 D Hulme – Brabham Repco
26. 1968 G Hill – Lotus Ford
27. 1969 G Hill – Lotus Ford
28. 1970 J Rindt – Lotus Ford
29. 1971 J Stewart – Tyrrell Ford
30. 1972 J Beltoise – BRM
31. 1973 J Stewart – Tyrrell Ford
32. 1974 R Peterson – Lotus Ford
33. 1975 N Lauda – Ferrari
34. 1976 N Lauda – Ferrari
35. 1977 J Scheckter – Wolf Ford
36. 1978 P Depailler – Tyrrell Ford
37. 1979 J Scheckter – Ferrari
38. 1980 C Reutermann – Williams Ford
39. 1981 G Villeneuve – Ferrari
40. 1982 R Patrese – Brabham Ford
41. 1983 K Rosberg – Williams Ford
42. 1984 A Prost – McLaren TAG
43. 1985 A Prost – McLaren TAG
44. 1986 A Prost – McLaren TAG
45. 1987 A Senna – Lotus Honda
46. 1988 A Prost – McLaren Honda
47. 1989 A Senna – McLaren Honda
48. 1990 A Senna – McLaren Honda
49. 1991 A Senna – McLaren Honda
50. 1992 A Senna – McLaren Honda
51. 1993 A Senna – McLaren Ford
52. 1994 M Schumacher – Benetton Ford
53. 1995 M Schumacher – Benetton Renault
54. 1996 O Panis – Ligier Mugen Honda
55. 1997 M Schumacher – Ferrari
56. 1998 M Hakkinen – McLaren Mercedes
57. 1999 M Schumacher – Ferrari
58. 2000 D Coulthard – McLaren Mercedes
59. 2001 M Schumacher – Ferrari
60. 2002 D Coulthard – McLaren Mercedes
61. 2003 J Montoya – Williams BMW
62. 2004 J Trulli – Renault
63. 2005 K Raikkonen – McLaren Mercedes
64. 2006 F Alonso – Renault
65. 2007 F Alonso – McLaren Mercedes
66. 2008 L Hamilton – McLaren Mercedes
67. 2009 J Button – Brawn GP Mercedes
68. 2010 M Webber – Red Bull Renault
69. 2011 S Vettel – Red Bull Renault
70. 2012 M Webber – Red Bull Renault

*Gare non valide per il Campionato del Mondo di Formula 1

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A cura di Domenico Della Valle e Francesco Ferrandino

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