Gran Premio di Macao: Monteiro, Vanthoor, da Costa e Hickman trionfano nel caos

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Tempo di lettura: 7 minuti
di Federico Benedusi @federicob95
20 Novembre 2016 - 10:31
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Il Gran Premio di Macao non è mai facile, si sa: pista veloce ma carreggiata stretta, muretti vicini e molto duri, gli incidenti sono all’ordine del giorno. Quella di quest’anno, tuttavia, si può dire che sia stata un’edizione effettivamente molto difficile, perché la quantità di scontri in pista ha decisamente ecceduto la media. 

I re del Guia 2016 sono António Félix da Costa, Laurens Vanthoor, Tiago Monteiro e Peter Hickman. Secondo successo sia per da Costa in Formula 3 che per Hickman in Superbike, mentre per Vanthoor e Monteiro è stata la prima vittoria.

Il programma di gare si è aperto ieri con la Superbike. Pole position, esattamente come un anno fa, per Martin Jessopp con la BMW del team Riders Motorcycles davanti al plurivincitore del Guia, Michael Rutter, anch’egli sulla moto bavarese ma gestita dal team Bathams; qualifica difficile per il campione in carica e compagno di squadra di Rutter, Peter Hickman, solo settimo. Quest’ultimo si è però messo in mostra sin dallo spegnimento del semaforo rosso, con una grande partenza che in breve lo ha riportato sul terzetto al comando, composto da Jessopp, Rutter e Glenn Irwin su Ducati. Stesso copione del Gran Premio 2015: Hickman gestisce la prima metà di gara per poi attaccare nella seconda e, in questo frangente, un aiuto arriva anche da Jessopp, che all’inizio del penultimo giro paga un problema al cambio all’uscita della Mandarin e da primo passa quarto. Superato anche Rutter, Hickman si invola verso il secondo successo consecutivo precedendo proprio Rutter e Jessopp, il quale approfitta del ritiro di Irwin per concludere comodamente terzo.

Arrivata la domenica mattina, è scesa in pista la categoria Turismo, che quest’anno abbina le vetture della TCR Series a quelle del campionato cinese. Si decide il campionato internazionale della categoria creata da Marcello Lotti, ex promoter del WTCC: in testa c’è James Nash, sulla Seat del team Bamboo Engineering, che deve difendere 17 punti sul campione in carica Stefano Comini, alla guida di una Volkswagen del team WRT-Leopard Racing. Le qualifiche, svoltesi come sempre in due sessioni, hanno visto una forte pioggia abbattersi sulla pista tra le due sessioni, con Jean-Karl Vernay e lo stesso Comini dominatori sull’asfalto allagato; terza piazza per Tiago Monteiro sulla Honda del team svedese West Coast, mentre un Nash in grande difficoltà non è andato oltre un settimo posto. La prima manche, denominata “gara di qualifica” poiché il Gran Premio è assegnato solamente nella seconda, vede Comini partire molto bene, prendendo il comando su Vernay e Monteiro. Ben presto, tuttavia, viene chiamata la Safety Car per una serie di incidenti che parte già dalla prima curva tra tre piloti del CTCC, ossia Wong, Zhang e Jiang. Alla Mandarin sbatte anche la Honda di Gianni Morbidelli, che perde olio, causando una bandiera rossa. La ripartenza non è più fortunata, perché all’imbuto dell’Hotel Lisboa si forma un grande groviglio innescato da Mat’o Homola che si tocca proprio con Nash. Si tratta dell’episodio decisivo per il campionato, perché la sospensione posteriore sinistra di Nash è visibilmente danneggiata e il britannico è costretto a fermarsi. Dopo l’ennesima Safety Car, la gara termina con Comini vincitore (appena cinque giri coperti su dieci per limiti di tempo) su Vernay e Monteiro: con solo mezzo punteggio assegnato, Comini dista solo mezzo punto da Nash in classifica generale.

Con Comini in pole e Nash diciottesimo prende il via l’ultima gara, che assegna anche il trofeo vero e proprio. Al semaforo verde, Monteiro brucia entrambe le Volkswagen in prima fila e si porta al comando. Una nuova bandiera rossa è ben presto causata da un testacoda della Citroën di Sunny Wong, che provoca un ingorgo alla curva Police. Dopo un’interruzione di venti minuti, viene chiesto alle vetture doppiate di effettuare un giro di pista per riaccodarsi al gruppo: termina in questo modo la gara di Ya Qi Zhang, che sbatte all’Hotel Lisboa in pieno regime di bandiera rossa. Il campionato si decide in due giri, con lo scudiero di Nash, Pepe Oriola, unico pilota in grado di rovesciare la situazione visto che il britannico è solo ottavo. Comini fiuta il pericolo e lascia sfilare sia il compagno di squadra Vernay che lo spagnolo, avendo il titolo ormai in cassaforte. Dopo sette giri soltanto, Monteiro vince davanti a Vernay, Oriola e Comini, che conquista così il secondo titolo internazionale TCR in due anni per appena 3,5 punti su Nash.

La gara meno fortunata di tutte è però la Coppa del Mondo GT. In pole scatta Laurens Vanthoor con l’Audi davanti alle Porsche di Earl Bamber e Kévin Estre e alla Mercedes del campione in carica Maro Engel. Alla prima curva si sfiora il dramma quando Bamber chiude bruscamente a muro Engel, il quale riesce comunque a controllare la sua AMG GT3 senza perdere terreno. La gara dura praticamente un giro, poiché al termine dello stesso è Ricky Capo, pilota australiano alla guida di una BMW Z4, a stamparsi contro le barriere della Fishermen’s Bend. Dopo quattro giri dietro la Safety Car, la Direzione Gara si accorge che le protezioni necessitano di molto tempo per essere riparate ed espone la bandiera rossa. Quasi cinquanta minuti di stop e la gara può ripartire: dura tutto una manciata di secondi perché, nel vano tentativo di resistere all’attacco di Bamber, Vanthoor si stampa contro le barriere alla Mandarin capottandosi pericolosamente e percorrendo diversi metri a testa in giù. Una nuova bandiera rossa provoca, di nuovo per ragioni di tempo, la conclusione definitiva della gara. E il vincitore è proprio Vanthoor, poiché la classifica finale è quella del quinto giro, ultimo prima dell’esposizione della bandiera verde; con la penalità di cinque secondi inflitta a Bamber per la manovra pericolosa su Engel, il podio è completato dall’altra Porsche, quella di Estre, e dallo stesso Engel. Nona posizione per Mirko Bortolotti su Lamborghini, tredicesimo Edoardo Mortara dopo l’incidente nella gara di qualifica che lo ha costretto a partire nelle retrovie.

Il gran finale è offerto, come sempre, dalla Formula 3, per la prima volta con la denominazione di Coppa del Mondo. In pole è António Félix da Costa (Carlin Motorsport), già vincitore qui nel 2012, davanti a Callum Ilott (van Amersfoort Racing) e a Sérgio Sette Câmara (Carlin Motorsport), pilota dello young programme Red Bull del quale anche gli stessi da Costa e Ilott hanno fatto parte; solo sesto il bi-campione in carica Felix Rosenqvist, del team Prema-Theodore. Scatto bruciante di Câmara, che all’interno della Mandarin scavalca sia Ilott che da Costa; il britannico perde altre posizioni all’Hotel Lisboa, con Yamashita e Rosenqvist pronti ad approfittarne. Il passo del giapponese non è tuttavia dei migliori, così sia Rosenqvist che Ilott avanzano di una posizione. Segue la prima Safety Car, dovuta all’incidente del russo Nikita Mazepin. All’esposizione della bandiera verde, da Costa è abile nello sfruttare la scia di Câmara, prendendosi la prima posizione. Il brasiliano deve ora difendersi anche dal rimontante Rosenqvist. La bella rimonta di Nick Cassidy dal fondo della griglia si spegne a sua volta contro il muro e l’ennesima Safety Car entra in pista. Con tre giri rimasti da percorrere, da Costa gestisce bene la prima posizione dall’attacco di Câmara, che un giro dopo non riesce invece a difendersi da Rosenqvist per la seconda posizione. Lo svedese tenta poi, invano, di ricucire lo strappo che lo separa da da Costa, che transita per primo sotto la bandiera a scacchi davanti alla Prema #1 e allo stesso Câmara.

Va in archivio una delle più difficili edizioni del Gran Premio di Macao, appuntamento al 18-19 novembre 2017 per la 64esima edizione, che dovrebbe vedere il ritorno del WTCC al posto della TCR come categoria turismo.

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