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Gran Premio di Nizza 1946


elvis

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V Grand Prix de Nice (1946)

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E' il primo Gran Premio che si disputa dopo la fine del secondo conflitto mondiale.

Alla partenza scattano in testa le Maserati 4CL di Luigi Villoresi (n°10), Arialdo Ruggieri e Franco Cortese.

Alla fine sarà il primo a vincere, davanti ai francesi Raymond Sommer (Alfa Romeo) ed Eugène Chaboud (Delahaye).

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La griglia di Nizza 1946 


Wimille non avrebbe dovuto essere presente a Nizza, non avendo ricevuto in tempo la licenza. L’Alfa Romeo 308 a lui destinata doveva essere guidata da Raymond Sommer, pilota amatissimo per la sua generosità e audacissimo. Oltre allo sportsman francese, altri tre partenti erano certamente dei campioni: Gigi Villoresi, su Maserati, il pilota più vittorioso del periodo post-bellico anche se non nelle gare più importanti, e gli assi Louis Chiron, su Talbot e Phi-Phi Etancelin su Maserati.
Si aggiungevano a questi altri 5 solidi piloti francesi che avrebbero gareggiato con continuità per tutto il periodo: Eugène Chaboud, campione assoluto di Francia 1947, Charles Pozzi, futuro importatore Ferrari di successo, su Delahaye, Henri Louveau e il pittoresco “Raph” su Maserati, e “Levegh”, ricordato oggi per l’incidente di Le Mans 1955, su Talbot.


Vi erano poi due futuri e importanti corridori di Grand Prix, Maurice Trintignant su Bugatti e Harry Schell su Maserati, ai loro inizi, e l’italiano Franco Cortese, su Maserati, probabilmente il pilota che ha corso con il maggior numero di vetture diverse dopo Stirling Moss, ingiustamente ricordato solo come il guidatore della prima Ferrari  vittoriosa.


Completavano la griglia di partenza i garagistes parigini Henri Trillaud e Georges Grignard su Delahaye, Roger Deho su Maserati, Marcel Balsa su Talbot, il meccanico Delage Maurice Varet con una vecchia Alfa Monza, e René Mazaud su Maserati, che sarà la prima vittima delle corse Grand Prix del dopoguerra nel luglio successivo a Nantes.


Mazaud era in forte odore di collaborazionismo (aveva certamente fatto un sacco di soldi durante l’occupazione nazista) e molti piloti a Nizza inizialmente si rifiutarono di correre con lui. Sembra che molto denaro passasse nelle loro tasche attraverso gli organizzatori come bonus e, per questo, la protesta rientrò. 

Infine, oltre allo sconosciuto Bianchi, parigino, vi era la presenza dell’italiano Arialdo Ruggeri. Titolare, con il fratello, di un’officina meccanica a Milano, Ruggeri è una personalità di estrema importanza per la ripresa delle corse. Con l’appoggio economico di un gruppo di industriali gallaratesi e quello tecnico della Casa, seppure per il solo 1946, i Ruggeri avevano rastrellato alcune delle Maserati 4CL sopravvissute, telai 1568, 1570, 1573, e acquistato tre nuove, 1579, 1580, e 1581. Avevano inoltre a disposizione la 6CM, telaio 1563, la 6CM/4CL telaio 1565 con motore 4CL e la 8CL telaio 3035, che avrebbe corso ad Indianapolis nel maggio successivo, guidata da Villoresi. Il loro team si chiamava Scuderia Milan e, nonostante la sua presenza negli anni seguenti diventasse sempre più effimera a causa di scelte tecniche ed organizzative sbagliate, la sua importanza è indubitabile se non altro per il numero di vetture schierate. Villoresi vince il Gran Premio di Nizza per la Scuderia e parte per Indianapolis quasi immediatamente.  

Anche l’Alfa Romeo fu pronta per correre quasi subito. L’unica vettura presente a Nizza, una 8C-308 venduta in Francia a una signora per far correre “Raph” (ma che sarebbe stata vittoriosamente usata da Wimille durante il 1946), fu accompagnata sulla Costa Azzurra da Guidotti, Sanesi e Gioacchino Colombo, a dimostrazione dell’importanza annessa a questa presenza.

 

(Da "Corse Grand Prix e Formule Libre 1945-1949", Conferenza di Alessandro Silva, Museo Automobile di Torino, 22 ottobre 2005, Monografia AISA n. 66)

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