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  1. Yoong

    March 731 Lec

    DATI GENERALI Scuderia: LEC Refrigeration Racing Anno di produzione: 1972 Motore: Ford Cosworth DFV V8 2993 cc Elettronica: Telaio: Monoscocca in alluminio Carburante e lubrificanti: Fina Pneumatici: Firestone Luogo di produzione: Bicester (GBR) Google Maps Progettista: Robin Herd Impiegata nel: 1973 Piloti: David Purley STATISTICHE GP Disputati: 5 Miglior risultato: Vittorie: 0 Podi: 0 Pole Position: 0 Giri Più Veloci: 0
  2. v6dino

    Lec CRP1 '77

    DATI GENERALI Scuderia: LEC Refrigeration Racing Anno di produzione: 1977 Motore: Ford Cosworth DFV V8 2993cc. Telaio: Monoscocca in alluminio Carburante e lubrificanti: Duckhams Pneumatici: Goodyear Luogo di Produzione: (GBR) Progettista: Mike Pilbeam Impiegata nel: 1977 Piloti: David Purley STATISTICHE GP Disputati: 5 Miglior risultato: D.Purley 13° posto nel GP del Belgio 1977 LEC CRP1 David Purley non sarà probabilmente ricordato come uno dei migliori piloti del suo tempo. Eppure "Maverick", così soprannominato dai giornalisti di allora per il sua personalità davvero imprevedibile, originario di una piccola città del West Sussex affacciata sul Canale della Manica a pochi passi da Brighton, merita un posto davvero particolare nella storia delle corse per il grandissimo atto di coraggio mostrato in occasione del drammatico incidente di Roger Williamson a Zandvoort, durante il GP di Olanda 1973: di fronte all'inerte timore dei commissari di pista che non osavano avvicinarsi alla vettura in fiamme dello sfortunato pilota inglese, David tentò da solo l'impossibile, non esitando a gettarsi fra le fiamme per cercare di salvare il collega, in una delle più drammatiche ed agghiaccianti sequenze televisive che si siano mai viste. Quell'atto di eroismo fu inutile: Williamson perse la vita tra le fiamme. Da allora le figure di Purley e Williamson sono rimaste indissolubilmente legate, anche in una fondazione benefica che porta il nome di entrambi. La foto di Purley disperato davanti alla vettura in fiamme e quella con il casco in mano nei pressi dei rottami della March di Williamson di cui si vede il braccio sporgere sotto la scocca bruciata, valsero al fotografo Cor Mooji il premio World Press Photo nel 1974. Per il suo gesto, David venne decorato con una medaglia al valore dalla Regina Elisabetta e ricevette anche il Siffert Trophy per il coraggio dimostrato. Ma il suo carattere diretto e istintivo eppure così tormentato e profondo non superò mai l'amarezza di quanto successe né accettò di essere additato come eroe sportivo. Figlio del proprietario di una industria di frigoriferi, la Lec, David non era interessato alla carriera di imprenditore ma attratto dagli aerei. Divenne così pilota da caccia e rimase per sette anni nell'Aeronautica Militare inglese, diventando poi parte di uno sceltissimo corpo di paracadutisti. Lasciata la carriera militare, rivolse la sua sete di velocità alle corse in auto, su consiglio dell'amico di vecchia data Derek Bell. Esordì nel 1967 arrivando in F.3 nel 1970, con un team sponsorizzato dal padre: vinse per tre stagioni consecutive sul difficile tracciato belga di Chimay lo storico Gran Premio delle Nazioni. Nel '72 si affaccio alla F.1 nella Champions Victory Race e l'anno successivo acquistò una March 731 partecipando a varie corse del Mondiale, compresa quella tragica di Zandvoort. Dopo una negativa esperienza col piccolo Team Harper, tornò in F.2 e F.3 con buoni risultati soprattutto nei campionati britannici. Nel 1977 tentò anche l'avventura da costruttore con la Lec "CRP1" concepita da Mike Pilbeam: il progetto, nonostante i mezzi economici limitati, sembrava molto promettente. David fu sesto all'esordio nella Race of Champions e a Zolder, dopo essere anche stato al comando della gara, era terzo quando un problema meccanico lo rallentò. Nelle prove del GP di Gran Bretagna a Silverstone, in seguito al bloccaggio dell'acceleratore, David ebbe un tremendo incidente da cui uscì vivo in maniera assolutamente miracolosa – entrando anche nel Guinness dei Primati per essere passato nell'impatto da 173 a zero Km/h in 50 centimetri, sopportando una forza di 179,8 G, circa 9 volte più forte di quella sufficiente ad uccidere un uomo. L'incidente chiuse la sua carriera e quella della Lec. Ma David era soprattutto "Maverick": odiava i test e le sessioni di collaudo, aveva una guida istintiva e indisciplinata, portata dall’adrenalina delle corse che, in fondo, per lui erano poco più di un hobby. Indimenticabile il suo alterco con Niki Lauda al termine del GP del Belgio '77 quando l'austriaco lo accusò di averlo ostacolato e i due chiusero la discussione a male parole nei box. Purley chiosò la questione così: "C'era un tizio con una macchina rossa che voleva passare…". Dopo l'incidente decise di dedicarsi all'azienda di famiglia e si rivelò sorprendentemente un ottimo imprenditore. Ma l'amore per il pericolo e la velocità non abbandonano David, che dopo la lunga convalescenza si diede all'aviazione acrobatica: il 2 luglio 1985, proprio durante uno spettacolo nel Sussex, perse il controllo del suo aereo e si schiantò in mare, morendo sul colpo. Aveva 40 anni. Massimo Piciotti.
  3. 61066

    David Purley

    Mi chiedo, dopo aver scritto questo post, perchè nessuno abbia ancora pensato di fare un film sulla vita di questo uomo incredibile. Figlio di Charles R. Purley, ricco industriale inglese titolare della LEC Refrigeration Ltd, David Purley nasce a Bognor Regis, 10 km a sud-est di Goodwood, il 26 gennaio 1945 e non segue le orme del padre. Terminati gli studi strettamente necessari si arruola nella British Army e diventa ufficiale del Parachute Regiment. Viene impiegato "in azione" ad Aden, durante la guerra di secessione dello Yemen e anche in Irlanda del Nord per combattere l'offensiva dell'IRA. La sua carriera militare termina con la frattura delle gambe dopo un lancio di addestramento. "Contaminato" dall'amico d'infanzia Derek Bell, nel 1968 comincia a correre in auto con una AC Cobra 427 Ci distruggendola alla Paddock Bend di Brands Hatch in una gara club dopo una vittoria ed un secondo posto a Lydden. Il rapporto col padre si fa difficile. Charlie vorrebbe che il figlio seguisse l'azienda di famiglia ma David ha ormai le corse nel sangue e i due giungono ad un compromesso: la LEC sponsorizzerà David che, in cambio, si interesserà un po' di più dei... frigoriferi partecipando attivamente alla gestione dell'azienda. Sostituita la Cobra nel 1969 con una Chevron B8 BMW che lo porterà alla vittoria a Castle Combe, anche papà Charles comincia ad assaporare il profumo della pista ed aumenta il suo impegno fondando, nel 1970, la LEC Refrigeration Racing che gestisce una Brabham BT28 di F3. Al Grand Prix des Frontieres sul pericolosissimo circuito cittadino di Chimay, in Belgio, arriva la prima vittoria davanti nientemeno che a James Hunt, grande amico col quale Purley lotta ruota contro ruota in quasi tutte le gare. Nel 1971 rivince a Chimay e poi acquista una Ensign con la quale vince altre 2 gare a Brands Hatch e Lydden. L'anno successivo tenta la scalata alla F2 con una March ma non va oltre il terzo posto a Pau. Per il terzo anno consecutivo vince a Chimay. La LEC diventa la scuderia ufficiale della March per il campionato inglese di F.Atlantic nel quale David si classifica secondo assoluto. Il 1973 sarà l'anno del grande salto in F1. Per prepararsi e verificare la sua capacità di "ammaestrare" un motore di F1, David affitta una March 721G ex-Peterson e debutta a fine agosto 1972 a Brands Hatch nella Rothmans 50.000, una gara a formula libera che vede correre F1, F2 e F5000 tutte assieme. Purley dimostra di sapersela cavare meglio del suo Cosworth che esplode incendiando la vettura quando si trova in quarta posizione. Impressionato dalla prestazione del giovane inglese e "affascinato" dalle sterline di papà Charlie, Max Mosley, all'epoca patron-DS e legale della March, gli propone di correre i GP europei del 1973. Partecipa anche alla John Player Victory Race di Brands Hatch con la Connew ma si ritira nel giro di ricognizione. Il debutto in F1, assieme a James Hunt, avviene a il 3 giugno 1973 a Montecarlo: 24° in qualifica davanti a Graham Hill e De Adamich, si ritira col motore rotto dopo 32 giri. A Silverstone Purley ottiene un ottimo 16° tempo nelle prove ma distrugge irreparabilmente la sua March 731, rinunciando al GP. Debutta su un'altra March Roger Williamson, 3 volte campione inglese di F3, ma rimane coinvolto nella carambola provocata al termine del primo giro da Jody Scheckter. Il 29 luglio si corre a Zandvoort il GP d'Olanda. Williamson parte 18°, Purley 21°. Al 7° giro, quando i due sono uno in scia all'altro al 13° e 14° posto, Williamson va a sbattere contro il guardrail alla curva Scheivlak, forse per una foratura lenta. La sua March rimbalza in pista e si capovolge prendendo fuoco. Purley si ferma e cerca di portare soccorso mentre gli addetti al servizio antincendio non osano avvicinarsi. Da solo, non riuscendo ad ottenere l’aiuto di commissari e polizia, Purley non riesce a raddrizzare la vettura e deve desistere quando le fiamme sono ormai invincibili. Per Roger Williamson, 24 anni, portato alla F1 dal proprietario del museo di Donington Tom Wheatcroft non c'è niente da fare. La tragedia si consuma in diretta TV mentre il GP continua come se niente fosse… David diventa un eroe mondiale, le sue foto fanno il giro del mondo ed è richiestissimo da tutti i giornali del globo ma lui si schermisce, dice di aver fatto solo il suo dovere di uomo. Viene decorato con la George Medal, seconda massima onorificenza civile del Regno Unito. Al Nurburgring riesce finalmente a concludere il suo primo GP di F1 al 15° e penultimo posto (davanti all'altra March di Beuttler) e a Monza è 9° con una bella rimonta nel finale. Quella di Monza è l'ultima apparizione dell'anno. La crisi petrolifera comincia a farsi sentire e Charlie Purley non può giustificare difronte ai suoi azionisti spese tanto sontuose in confronto a risultati molto poveri e la LEC Refrigeration Racing chiude provvisoriamente i battenti. Per David c'è un altro brutto colpo: sua moglie Jane, stanca della vita "da corsa", prende i loro due figli e va a rifarsi una vita in Sud Africa. Per il 1974, con il suo manager Mike Earle (che in seguito fondò il team Onyx), prende contatto con Bob Harper per correre l'Euro F2 con una Chevron B27 BMW che però si dimostra nettamente inferiore alle March. Riesce tuttavia a concludere l'europeo al 5° posto, primo dei piloti non-March, grazie ai 2 secondi posti di Salisburgo e Pergusa. Conquista anche una rocambolesca vittoria a Rouen, sotto la pioggia, grazie ad un errore dei cronometristi che "tolgono" il primo posto a Stuck. Tenta, invano, di qualificare una Token per il GP di Gran Bretagna di F1, vince il Brighton Speed Trials con la Trojan e il Boxing Day di Formula libera a Brands Hatch con la Chevron. Conclusa l'esperienza col Team Harper, Purley torna a correre con la scuderia di famiglia in quanto gli affari tornano ad essere floridi ma ricomincia dalla F5000 con una Chevron B30 che monta un V6 Ford 3400 contro gli altri V8 5000. Nonostante tutto si classifica terzo nel campionato europeo. Nel 1976 il regolamento della F5000 apre all'ingresso di vecchie F1 e F2. La LEC Racing ingaggia l'ex progettista della BRM Mike Pilbeam che mette mano alla Chevron B30 e i risultati si vedono: David vince 8 gare su 11 combattendo con piloti come Peter Gethin, Teddy Pilette, Ian Ashley, Dave Walker, Guy Edwards, Gordon Spice, Vern Shuppan, John Nicholson, Eddie Cheever, Tom Walkinshaw e Alan Jones! Si può ripartire verso la F1. Pilbeam viene incaricato di costruire un telaio di zecca al quale saranno assemblati un Cosworth preparato da Nicholson, un cambio Hewland, gomme Goodyear et voilà ... la LEC CRP1 (la sigla CRP è l'acronimo di Charles R. Purley) è pronta per i GP europei di F1 del 1977. E’ una F1 convenzionale che può montare, a seconda dei circuiti, un “musone stile March” o un’ala anteriore “stile Ferrari”. I primi test avvengono in febbraio sulla vicina pista di Goodwood e la monoposto viene iscritta alla Race of Champions che si corre a Brands Hatch il 20 marzo. Purley è 6° a un giro dal vincitore Hunt su 17 iscritti. Prima prova mondiale a Jarama ma la rottura del motore e del differenziale durante le prove impediscono a David di qualificarsi. Saltato Monaco per questione di opportunità (sono ammesse al via solo 20 monoposto), la LEC si ripresenta a Zolder dove ottiene il 20° crono. La gara parte sotto la pioggia e David mette in mostra tutto il suo talento. 17° al 1° giro inanella sorpassi su sorpassi: Merzario, Keegan, Peterson, Lauda, Jones, Regazzoni e Mass. Al 19° passaggio è incredibilmente 3°! La pioggia intanto ha smesso e la pista comincia ad asciugarsi, le rain di Purley si scaldano troppo e lo costringono a fermarsi per montare le slick ma nel pit-stop perde tantissimo tempo per rimettere in moto il DFV. Alla fine dei 70 giri David è 13° a 3 giri dal vincitore Nilsson. Dop il 14° posto ad Anderstorp nonostante la leva del cambio rotta e forti vibrazioni al retrotreno, a Digione Purley esce di pista al 6° giro per un guasto ai freni. Per il GP di casa a Silverstone il team LEC si impegna allo spasimo per ben figurare e magari trovare uno sponsor che dia un po' di respiro alle casse di famiglia. Nonostante un principio di incendio al motore, David supera le prequalifiche (sono 36 i piloti iscritti) e affronta fiducioso le prove ufficiali del venerdì. Il motore non viene sostituito perchè le prove cominciano dopo un'ora. Impostando la curva Becketts (dove 4 anni dopo si fratturerà un piede Piquet) la sua LEC travolge 3 file di reti, divelle il guardrail e va a schiantarsi frontalmente a 200 kmh contro il terrapieno all'esterno a causa del bloccaggio delle ghigliottine dei carburatori, incastrate dalla polvere dell'estintore solidificata. David Purley è sottoposto ad una decelerazione stimata in 180G!!! Il pilota ne esce miracolosamente vivo, con 17 e 13 fratture alle gambe, il bacino rotto, diverse costole fracassate e un trauma cranico. Dopo 6 mesi di ospedale David comincia una lunga riabilitazione con la gamba destra più corta di 5 cm rispetto all'altra ma non si dà per vinto e cerca di rimediare al quasi irrimediabile. Si rivolge al professore belga Derweeduwen che è esperto in traumatologia infantile e gli chiede di... riallungargli la gamba destra! Dopo 2 settimane al ritmo di un intervento al giorno in regime di anestesia totale il miracolo è cosa fatta: le gambe di David sono ora uguali grazie a delle giunzioni applicate dal chirurgo belga. 5 mesi dopo l'intervento è di nuovo al volante della LEC nel campionato Aurora ma la vettura è ormai obsoleta (siamo nel 1979, in piena era "effetto suolo") ed affitta una Shadow DN9B ex-De Angelis con la quale è 4° a Snetterton ma si rende conto che le sollecitazioni alle quali le sue gambe sono sottoposte cominciano a dirgli che è ora di smettere ed annuncia il suo ritiro alla sua compagna Gail che gli ha dato il terzo figlio, non prima di aver ottenuto la sua ultima vittoria in una gara in salita, la Loton Park Hillclimb, al volante di una Porsche 924. Ma la "malattia" del rischio non lo abbandona. Se non può più correre in pista, decide di volare. Appassionato di acrobazie, acquista un biplano Pitts Special col quale partecipa a manifestazioni di aero-acrobazia. Il 2 luglio 1985 durante una manifestazione che si svolge proprio a casa sua, a Bognor Regis, il suo Pitts Special, per cause sconosciute, perde quota e si infrange nel mare. Se non è un romanzo questo...
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