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  1. alessandrosecchi

    Alfa Romeo 159

    Scuderia SA Alfa Romeo Anno di produzione 1950 Motore Alfa Romeo 158 L8 1479 cc con compressore ELETTRONICA Telaio Portante a longheroni e traverse Carburante e lubrificanti Shell Pneumatici Pirelli Luogo di produzione Milano (ITA) Google Maps Progettista Gioacchino Colombo Impiegata nel 1951 Piloti Juan Manuel Fangio, Giuseppe Farina, Luigi Fagioli, Consalvo Sanesi, Emmanuel De Graffenried Felice Bonetto STATISTICHE GP Disputati 7 (+4 fuori campionato) Vittorie 5 (+3 fuori campionato) Podi 11 (+3 fuori campionato) Pole Position 4 (+4 fuori campionato) Giri Più Veloci 7 Alfa Romeo 159 Nel 1951, sulla base di un progetto che aveva ormai tredici anni di storia, quattro nuove vetture furono approntate dal Reparto Corse "spremendo" ancora più potenza dall'ormai leggendaria "158". Sulle "159" furono realizzate importanti migliorie, con il motore che, dopo l’applicazione dell’alimentazione a doppio stadio, raggiungeva al banco la "mostruosa" potenza di 425 CV a 9300 giri/min. Il telaio era stato rinforzato, il retrotreno sostituito con la soluzione tipo De Dion per reggere l'impressionante forza di trazione del motore e la carrozzeria leggermente allargata per contenere la presa dinamica e i serbatoi, i quali erano stati ampliati per ottenere la capacità di 350 litri resasi necessaria per l'incredibile consumo di carburante che la vettura richiedeva: riusciva infatti a percorrere poco più di mezzo chilometro con un litro. L’Alfetta 159 bruciò le tappe, confermando le sue qualità sia sui circuiti veloci, sia su quelli a percorso misto, e concluse la sua annata sportiva trionfando al G.P. di Barcellona dove conquistò il secondo Campionato del Mondo con Juan Manuel Fangio. Nel corso della stagione fu presentata con tre step evolutivi: la versione iniziale "159A" si distingueva dalla "B" probabilmente soltanto perché quest'ultima era un nuovo chassis '159-9' non derivante come gli altri da restyling delle "158". Verso metà stagione per fronteggiare la crescita notevole delle Ferrari, fu poi presentata per il Gran Premio d'Italia a Monza una ulteriore versione "M" – "Maggiorata" – a passo lungo. Nel corso del 1951, il reparto corse Alfa Romeo stava già lavorando al progetto della vettura per la stagione successiva: alla "159" di concezione assai tradizionale, doveva succedere la rivoluzionaria "160", progettata da Giuseppe Busso, il futuro "padre" della Giulietta. La caratteristica principale della nuova vettura erano la trazione integrale ed il posizionamento dell'alloggiamento del pilota dietro l'asse delle ruote posteriori che derivava da una idea di distribuzione dei pesi della vettura assolutamente inedita. Il progetto era nato per rispondere al cambio dei regolamenti deciso dalla Federazione Internazionale che chiudeva la Formula Uno alle potenti "Grand Prix" per riservarla alle "voiturette" F.2, una categoria nella quale, ad esempio al contrario della Ferrari, l'Alfa non aveva alcuna esperienza. La nuova formula doveva durare due anni e lasciare spazio, a partire dal 1954, ad un nuovo limite di cilindrata fissato a 2,5 litri aspirato. Proprio in vista del 1954, l'Alfa Romeo pensò per la "160" ad un nuovo dodici cilindri in linea progettato da Gioacchino Colombo che però non lasciò mai il banco di prova. Per verificare la bontà del progetto costruttivo, il 22 ottobre 1952, Consalvo Sanesi, storico collaudatore della casa del Biscione, scese in pista a Monza con una versione modificata di una "159" con la posizione di guida analoga a quella che avrebbe dovuto essere utilizzata nella "160". I risultati cronometrici non furono eccezionali e anzi sembra che Sanesi avanzasse parecchie riserve trovando la vettura difficile da guidare e piuttosto pericolosa. Fu l'unica uscita della 159 sperimentale: lo scarso successo del test, unito alle mutate politiche aziendali che privilegiarono la ricerca sulle vetture di serie rispetto alle competizioni e che già aveva portato al "disimpegno" della scuderia ufficiale in ambito sportcar, decretarono la fine non solo del progetto "160" senza che la nuova vettura lasciasse mai la "carta" su cui fu disegnata, ma anche la chiusura dello stesso Reparto Corse e all'uscita definitiva dell'Alfa dalla F.1. ( Massimo Piciotti )
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