F1 | Vettel: “Se vendi gelati alla vaniglia…”

F1GP BahrainGran Premi
Tempo di lettura: 1 minuto
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
1 Aprile 2016 - 12:00
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Sull’onda della conferenza stampa del giovedì, anche Sebastian Vettel ha voluto dire la sua sulla situazione attuale della F1 e sul supporto che i piloti vogliono offrire alla FIA per migliorare regole e ambiente. L’esempio posto dal pilota della Ferrari è molto chiaro e diretto.

“Se vendi gelato alla vaniglia e tutti vengono a chiederti gelato al cioccolato, il giorno dopo ci si aspetta che tu venda gelato al cioccolato, ma invece tu continui a vendere quello alla vaniglia. Quindi… credo che di solito tu debba fare quello che i tuoi clienti vorrebbero tu facessi, ma non credo tu stia facendo un buon lavoro se ti comporti nel modo completamente opposto”

“Noi, come piloti, non abbiamo fatto proposte (sulle qualifiche). Noi abbiamo messo solo in chiaro che qualcosa non funziona e deve cambiare. Noi siamo piloti, non siamo qui per fare le regole, ma credo che per prendere alcune decisioni sarebbe più utile per tutti che venissimo ascoltati noi e i tifosi. Si deve fare il meglio per lo sport, dobbiamo trovare il miglior modo per raggiungere l’obiettivo.”

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Un Commento su “F1 | Vettel: “Se vendi gelati alla vaniglia…””
Lucifero Regazzoni dice:

Sapendo come la pensa Vettel l’esempio calza, ma seguendo questa logica, se i clienti della gelateria chiedessero più spettacolo, bisognerebbe accontentarli. Certo potrebbe anche essere un efficace esercizio retorico dove Seb fa notare a Bernie che gli stratagemmi con cui pensa di aumentare gli ascolti, sono stati bocciati, in primis, proprio dagli ascoltatori…
Ogni anno l’organizzazione della formula uno sembra fare i salti mortali per aumentare spettacolo e, di conseguenza (secondo loro) audience. Le regole cambiano di continuo, come cambiano i gran premi in calendario. Non mi pare che lo spettatore medio sia soddisfatto, credo piuttosto che, anno dopo anno, sia sempre più infastidito dalle trovate che si inventano per rendere più appetibile questo sport.
Se ci si pone il problema degli ascolti significa, in buona sostanza, che non solo non si è in grado di trovare nuovi spettatori, ma anche che si scontentano quelli presenti, altrimenti il pubblico sarebbe costante. Io non sono preoccupato dal calo degli ascolti, non nego ci sia, ma non mi pare così allarmante: non è obbligatorio che tutte le persone al mondo guardino la formula uno, basta che ci siano abbastanza appassionati.
Comunque, anche pensando alla formula uno come un prodotto da vendere, mi pare evidente che la gestione del marketing sia pessima se non addirittura fallimentare. Con le qualifiche di quest’anno quanta gente hanno attirato? Quanti si sono interessati alle corse per le regola del doppio punteggio all’ultima gara? Quanto audience porterà il GP a Baku? Cambiando sempre le regole si trasforma lo sport in una farsa, diventa tutto una sceneggiata, dove si cambia la trama per incuriosire il pubblico. Se la cosa sia un bene per lo show, non saprei, ma snaturare le corse in modo assurdo, più che nuovi benefici, sembra abbia portato ad una costante disaffezione. Che appeal avrà un campionato senza Monza e senza il Nurburgring? Non è come se togliessero dal calendario tennistico Wimbledon e Roland Garros? Come se il ciclismo cancellasse la Milano-Sanremo o la Parigi-Rubaix?

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