F1 | Storia del Gran Premio del Belgio

F1GP BelgioGran PremiStorie di GP
Tempo di lettura: 8 minuti
di Francesco Ferrandino
24 Agosto 2016 - 12:00
Home  »  F1GP BelgioGran PremiStorie di GP

Il Gran Premio del Belgio sin dalle origini è legato al circuito di Spa-Francorchamps, seppure esso fosse molto diverso e molto più lungo dell’attuale: infatti nel 1925, anno in cui per la prima volta le vetture da Gran Premio misero le ruote sull’asfalto delle Ardenne, il tracciato misurava circa 14 km. L’idea di costruire un circuito automobilistico nella zona si deve a Jules de Their, proprietario del quotidiano locale La Meuse, e a Henri Langlois Van Ophem, presidente dell’automobile club belga che pensarono di ricavare un tracciato unendo le strade che collegavano le cittadine di Francorchamps, Malmedy e Stavelot (nomi che ci sono a tutt’oggi familiari).
Il circuito fino a pochi anni fa in alcuni tratti era ancora aperto all’ordinaria circolazione stradale, fino a quando non è stata costruita una nuova arteria di collegamento tra le cittadine di Francorchamps e Malmedy e così il circuito di Spa è diventato a tutti gli effetti un autodromo permanente, utilizzato ovviamente anche per tante altre categorie automobilistiche.

L’edizione inaugurale venne vinta dall’Alfa Romeo di Antonio Ascari con una tale superiorità che, durante il rifornimento, i dirigenti dell’Alfa prepararono addirittura una tavola imbandita ai box per rifocillare i piloti ma soprattutto per zittire il pubblico, ostile e furente per il largo successo delle “odiate” macchine italiane.
Fino al termine del secondo conflitto mondiale il Gran Premio spesso non rispettò la cadenza annuale. Nei primi anni ’30 vi è la prevalenza delle francesi Bugatti, con assi come Chiron, Dreyfus e “Williams” (quest’ultimo era anche agente segreto britannico, poi giustiziato dai nazisti nel ’45), mentre gli italiani tornano ad affermarsi solo nel 1933 quando Nuvolari con la sua Maserati, pur partendo ultimo, domina la gara sin dal primo giro, quando si presenta già in testa al plotone.

Le tre edizioni prima del conflitto, dal 1935 al 1939, vedono l’indiscusso dominio di Case e piloti tedeschi, con Caracciola primo nel 1935 (mentre il suo compagno in Mercedes, Fagioli, abbandona la macchina perfettamente funzionante in segno di protesta con gli ordini di squadra del DS Neubauer), mentre nel 1937 è il giovane Rudi Hasse su Auto Union a prevalere dopo una tremenda lotta a tre con Stuck e con Lang. Quest’ultimo vince a Spa nel 1939 in quella che fu la prima occasione in cui il tracciato di gara utilizzò l’Eau Rouge (divenuto poi uno dei simboli della pista) abbandonando per sempre il tratto dell’Ancienne Douane.

Negli anni ’40 del dopoguerra torna ad affermarsi la scuola francese, con Chabod su Delage vittorioso nel 1946 e Louis Rosier su Talbot nel 1949. Tra i due, va ricordata la grande vittoria di Wimille, forse il più grande pilota di quell’epoca, che con l’Alfetta trionfa nel 1947. Il Gran Premio del Belgio entra subito a far parte del neonato Campionato Mondiale, che nei primi anni vede la prevalenza di macchine italiane con le vittorie di Alfa, Ferrari e Maserati, e di piloti come Ascari (due vittorie nei suoi anni iridati, 1952-53) e Farina, mentre Fangio piazza una tripletta al volante di tre auto diverse (Alfa nel 1950, Maserati nel 1954 e Mercedes nel 1955).

Col tramonto degli anni ’50 termina anche la superiorità degli italiani e comincia il predominio di macchine e piloti di scuola inglese. Tragica l’edizione 1960: mentre Jack Brabham su Cooper vince la gara, i due giovani piloti Alan Stacey e Chris Bristow muoiono in due incidenti distinti. Il dominatore di Spa negli anni ’60 è indiscutibilmente Jim Clark, che coglie con la sua Lotus ben quattro vittorie consecutive tra il 1962 e il 1965 benché, strano a dirsi, lo scozzese abbia sempre detto di detestare il circuito belga, proprio a causa di quella duplice tragedia di inizio decennio.

Nel 1966 la gara viene immortalata dalla troupe del famoso film “Grand Prix”, che cattura con dovizia di particolari il tremendo incidente multiplo che al primo giro mette ko ben sette vetture su quindici, tra cui quella del giovane Jackie Stewart. Lo scozzese, rimasto ferito a una spalla, comincerà da qui la sua campagna a favore della sicurezza. L’anno successivo è da ricordare per un avvenimento che non accadeva dal 1921: per la prima volta da 46 anni un Gran Premio viene vinto da un’accoppiata USA, grazie a Dan Gurney, pilota e costruttore della sua vettura, la Eagle-Weslake. In prova, le nuove Formula 1 da 3000 cc arrivano a velocità mai viste a Spa: oltre 320 all’ora.

Il 1968 è anno di grandi cambiamenti anche nel piccolo circus dei Gran Premi: la Ferrari porta a Spa una vettura munita di strane appendici, chiamate “iposostentatori”. Sono gli alettoni, che cambieranno per sempre la progettazione e il pilotaggio delle vetture. A vincere la gara è di nuovo un pilota-costruttore, Bruce McLaren, che porta per la prima volta al successo in un Gran Premio la sua McLaren Ford. Per via delle sempre crescenti proteste dei piloti in materia di sicurezza, la gara non viene disputata nel 1969, mentre nel 1970 si corre per l’ultima volta sul tracciato di 14 km: Pedro Rodriguez porta alla vittoria la sua BRM a 12 cilindri dopo uno storico duello con la March di Amon.

Esclusa per il momento Spa dal giro iridato, il Gran Premio del Belgio trasloca per sole due edizioni sull’anonimo circuito di Nivelles (1972 e 1974) che vede entrambe le volte la vittoria di Emerson Fittipaldi (vincitore del titolo in quelle due stagioni), ma soprattutto a Zolder, dove si corrono dieci edizioni fino al 1984: l’unico a vincere due volte su questo circuito è Niki Lauda (1975-76) mentre Gunnar Nilsson vi ottiene il suo unico successo in F1 nel 1977 (lo sfortunato svedese morirà l’anno successivo per un tumore) e Didier Pironi la sua prima vittoria nel 1980.

Ma Zolder è legato anche a ricordi drammatici: nel 1981 un meccanico dell’Osella, Giovanni Amadeo, muore cadendo tra le ruote della Williams di Reutemann nella corsia box durante le prove, mentre alla partenza del Gran Premio un altro meccanico, Dave Luckett, viene investito dall’Arrows di Stohr, rimediando diverse fratture. E come dimenticare l’ulteriore tragedia, l’anno seguente, che porta via per sempre Gilles Villeneuve: il canadese gira in pista verso la fine delle qualifiche, ma un maledetto malinteso con Jochen Mass innesca il gravissimo e spettacolare incidente che rimane indelebile nella memora di tutti gli appassionati.

Nel 1983 Prost su Renault vince la prima edizione (e farà bis nel 1987) sul rinnovato circuito di Spa, che torna nel Mondiale con la configurazione che dura ancora oggi, salve alcune modifiche apportate negli anni. Dopo la vittoria di Alboreto su Ferrari nel 1984, che segna l’ultima apparizione di Zolder come sede del Gran Premio, la gara torna definitivamente a Spa. Si afferma in quegli anni la stella di Ayrton Senna, primo per ben cinque volte: dopo il trionfo del 1985 su Lotus Renault, tra il 1988 e il 1991 il brasiliano (con la McLaren Honda) piazza un poker tra le curve delle Ardenne, lanciandosi ogni volta verso il titolo o comunque gettando le basi per la volata finale.

Nel 1992 Michael Schumacher, ad un anno dal suo debutto, coglie a Spa con la Benetton la sua prima vittoria in Formula 1: inizia così la lunga serie di vittorie del tedesco, capace nel decennio seguente di vincere per ben sei volte sul circuito belga, anche in condizioni meteo difficili, caratteristica permanente del piovoso tracciato. Nel 1994 Schumacher viene squalificato dopo aver tagliato ancora una volta il traguardo per primo, e la vittoria passa a Damon Hill (primo anche nel 1993), che nel 1998 farà tris a Spa regalando anche la prima vittoria a Eddie Jordan, nel giorno di una delle peggiori carambole alla partenza nella storia della Formula 1 e delle polemiche per l’incidente tra Schumacher (Ferrari), che guidava la corsa, e Coulthard (McLaren Mercedes): lo scozzese, doppiato, fatica a farsi da parte e all’uscita di una curva rallenta improvvisamente rendendo inevitabile il tamponamento del ferrarista. Ai box si sfiora la rissa.

L’ultimo re di Spa è Kimi Raikkonen, vincitore per ben quattro volte (due su McLaren e due su Ferrari) nell’ultimo decennio. Il finlandese sfiora la vittoria anche nel 2008, quando esce di strada nelle battute finali durante una entusiasmante lotta sotto la pioggia con la McLaren Mercedes di Hamilton, che taglia per primo il traguardo ma viene retrocesso per un taglio all’ultima chicane: la vittoria passa così alla Ferrari di Massa in un mare di polemiche.

Hamilton si rifarà trionfando sotto la pioggia nel 2010. Tra il 2011 e il 2013 la vittoria è andata ad altri due iridati, Vettel e Button. Nel 2014 a sorpresa è Ricciardo, con la Red Bull, a conquistare la vittoria beneficiando dello scontro nelle prime parti di gara tra le Mercedes di Rosberg e Hamilton. Segue una tripletta delle Frecce d’Argento: l’inglese si riscatta nel 2015, Nico Rosberg conquista la vittoria nel 2016, anno che lo consacrerà campione del mondo, mentre l’inglese ed attuale campione in carica è l’ultimo vincitore del Gran Premio del Belgio nel 2017.

Leggi anche

Il calendario completo del mondiale 2024

Tutte le ultime News di P300.it

È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.

LE ULTIME DI CATEGORIA
Lascia un commento

Devi essere collegato per pubblicare un commento.

COLLABORIAMO CON

P300.it SOSTIENE

MENU UTENTE

REGISTRATI

CONDIVIDI L'ARTICOLO