F1 | Hamilton: il “driver coaching”? Un mucchio di sciocchezze

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Tempo di lettura: 1 minuto
di Alessandra Leoni @herroyalblues
8 Aprile 2016 - 11:00
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Lewis Hamilton di certo, negli ultimi due anni, non ha mancato di dare una svolta al suo stile di vita. È un Hamilton ben diverso rispetto a quello che guidava la McLaren: più sicuro di sé (così ha detto più volte – ndR), meno fragile, ma non per questo, si vuole dimenticare del lato “spensierato” della vita – e quanto pubblicato sui propri social network ultimamente, non lasciano dubbi che Lewis vuole godersi la vita.

Di recente, proprio su Twitter, il tre volte campione del mondo si è voluto esprimere in merito al “driver coaching” che non è altro che supporto, perlopiù psicologico e attitudinale, per i piloti di F1. L’inglese non è stato di certo tenero: “C’è un problema nel mondo delle corse, adesso ci sono tutti questi driver coach, mind coach e credo che siano tutto un mucchio di stronzate”.

“Le persone insicure pensano di aver bisogno di tutto questo, non è vero… Si sono perse, semplicemente, ma non ne hanno bisogno”. Ha continuato: “Bisogna avere fiducia in se stessi. Ognuno ha il suo modo unico di farlo. Le persone hanno iniziato a dar retta ad alcune cose, che non ci sono, in realtà. Tutte le piccole cose, che non sono veramente importanti”.

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