F1 | GP Giappone: Il (falso) complotto della Virtual Safety Car

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Andrea Gardenal
8 Ottobre 2017 - 11:05
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Dopo quasi tre anni dall’introduzione della Virtual Safety Car ci sono ancora parecchi problemi nel comprendere il modo in cui questo sistema di neutralizzazione funziona. Le difficoltà non riguardano solamente i telespettatori ma anche i telecronisti, che dovrebbero aiutare chi sta davanti allo schermo a capire quello che sta succedendo.

Come spesso è successo durante queste ultime stagioni, anche l’intervento odierno della VSC ha provocato lamentele e insinuato il sospetto che la direzione gara abbia favorito un pilota a scapito di un altro. Ma è davvero così?

Andiamo ad analizzare i dati presenti sul sito ufficiale della FIA. La virtual safety car è stata chiamata all’inizio del giro 48, pochi secondi dopo il passaggio sul traguardo dei due leader della gara, a seguito della foratura occorsa allo pneumatico anteriore destro di Stroll e la conseguente uscita di pista del pilota canadese. Al passaggio sul traguardo del giro 47, l’ultimo completato in regime di green flag, il distacco tra Hamilton e Verstappen era di 2.597 secondi.

Il giro successivo il divario è salito a 5.195 secondi per un semplice motivo “fisico”: nel momento in cui è stata chiamata la VSC tutti i piloti sono stati costretti a rallentare e ad adeguarsi alla velocità imposta dalla direzione gara; tuttavia Hamilton, che si trovava al comando, ha potuto percorrere un po’ di strada in più in regime di bandiera verde rispetto a Verstappen, guadagnando in quel frangente quei due secondi e mezzo che gli hanno permesso di portare il proprio vantaggio sopra ai cinque secondi.

Al termine del giro 49, disputato interamente in regime di VSC, il distacco è sceso a 4.503 secondi, probabilmente per la diversa gestione dei delta time da parte dei due piloti (Verstappen più vicino al limite imposto, Hamilton un po’ più lento per evitare penalizzazioni).

La pista torna in regime di bandiera verde all’inizio del giro 50. In questo frangente si invertono le dinamiche viste in precedenza: c’è una determinata porzione del tracciato che durante il passaggio di Hamilton era sottoposta al controllo della velocità e che pochi secondi dopo, al momento del passaggio di Verstappen, poteva essere percorsa a piena velocità. Chiaramente in questa fase Verstappen ha potuto recuperare il tempo perso da Hamilton nel momento della neutralizzazione. Non a caso al termine del 50° giro il distacco tra i due era sceso a 2.549 secondi.

Insomma se prendiamo i riferimenti cronometrici nell’ultimo giro prima della VSC e nel primo giro successivo alla sua rimozione, il distacco tra Hamilton e Verstappen è variato di 48 millesimi a vantaggio dell’olandese: un’inezia.

Un discorso analogo può essere fatto anche nel confronto tra Hamilton e Ricciardo: in questo caso il giro di riferimento prima della VSC è il 46°, dato che la neutralizzazione è stata chiamata nel momento in cui Ricciardo non aveva ancora completato il 47°. Senza scendere nuovamente nei dettagli giro per giro, il ritardo di Ricciardo da Hamilton era pari a 13.989 secondi al 46° passaggio e pari a 13.789 secondi al 50°.

Per concludere analizziamo anche il confronto tra Ricciardo e Bottas: in questo caso conviene prendere il discorso “da lontano”, per non interpretare male i numeri. Al momento dell’introduzione della VSC il finlandese stava usando gomme supersoft ed era in piena rimonta nei confronti del pilota della Red Bull. Al giro 44 il distacco tra i due era di 4.840 secondi, al giro 45 era di 3.730 secondi e al giro 46 era sceso a 3.487, col pilota della Mercedes che aveva perso qualche decimo per via del doppiaggio della McLaren di Vandoorne. Insomma, in questa fase di gara Bottas stava rimontando su Ricciardo al ritmo di circa un secondo al giro, decimo più, decimo meno.

La VSC è stata chiamata mentre Ricciardo e Bottas stavano completando le ultime curve del giro 47, pertanto il distacco al termine di questo passaggio è stato influenzato sia dal recupero compiuto dal finlandese nei primi due settori, sia dalla neutralizzazione. Al passaggio sul traguardo del 47° giro, il terzo e il quarto erano separati da 2.914 secondi.

La bandiera verde è stata data pochi secondi prima del passaggio di Ricciardo e Bottas sul traguardo del giro 49, quando i due erano separati da 2.195 secondi; non a caso i due hanno percorso la 50ª tornata girando rispettivamente sull’1:34.0 e sull’1:33.1, tempi assolutamente confrontabili con quelli del loro passo gara in quel frangente. Al termine del 50° giro, il primo sicuramente concluso da entrambi in regime di bandiera verde, il distacco tra i due era sceso ad 1.275 secondi.

Insomma, tra la tornata 46 (l’ultima sicuramente completata da entrambi a gara libera) e la 50 (la prima che sicuramente entrambi hanno completato dopo la rimozione della VSC) il distacco è sceso da 3.487 secondi a 1.275 secondi. Questa differenza di circa 2 secondi non è causata né da ingiustizie né da complotti ma semplicemente dal fatto che, all’interno di questo intervallo, Ricciardo e Bottas hanno percorso due giri (il 47° e il 50°) quasi interamente in regime di bandiera verde. I distacchi parziali sono stati influenzati dalla neutralizzazione, ma globalmente il recupero compiuto dal pilota della Mercedes è coerente col ritmo tenuto in quel frangente di gara, in cui riusciva a recuperare circa un secondo al giro nei confronti del rivale.

Insomma nessun complotto, nessun inganno, ma semplicemente una normale situazione di gara, soltanto un po’ più difficile da analizzare e spiegare.

Fonte dei tempi: sezione “History Chart” al sito https://www.fia.com/events/fia-formula-one-world-championship/season-2017/eventtiming-information-26

Immagine di copertina da https://twitter.com/redbullracing

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