F1 | Ecclestone: dimenticato l’intento delle qualifiche ad eliminazione

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Tempo di lettura: 1 minuto
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
8 Aprile 2016 - 15:40
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Arrivano le prime parole di Bernie Ecclestone dopo il dietrofront al quale, lui e la FIA, sono stati spinti dalla lettera di ieri da parte degli 11 team, uniti nel chiedere il ritorno al format di qualifica in vigore fino al 2015.

La richiesta è stata accolta dopo settimane di polemiche con le prime qualifiche dell’anno ampiamente contestate da piloti, squadre e tifosi.

Ecclestone ha parlato ad Autosport confermando la sensazione che avevano un po’ tutti: “La gente sembra essersi dimenticata quello che cerchiamo di fare, ovvero mescolare un po’ la griglia perché quello che abbiamo visto (ultimamente) non è molto divertente. Lewis ci ha dato una mano ad inizio stagione sbagliando le partenze e dovendo recuperare, mentre la Ferrari sembra avere tutto per lottare e forse adesso le cose cambieranno un po’.”

Come se fosse necessario per forza mescolare la griglia per avere spettacolo…

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2 Commenti su “F1 | Ecclestone: dimenticato l’intento delle qualifiche ad eliminazione”
Lucifero Regazzoni dice:

Banalmente, per evitare il dominio noioso di un’ unica scuderia, basterebbe proprio liberalizzare i test! È ovvio che tutte le scuderie, quindi anche quella dominante, né usufruirebbero; ma come fai a colmare un gap se non puoi sperimentare nuove soluzioni e nemmeno provare a risolvere efficacemente i problemi che hai? Lo sbilanciamento tra scuderie ricche e povere non cambierebbe di una virgola, ma forse non ci sarebbero cicli quinquennali di vittorie monomarca, o, comunque, ci sarebbero contendenti a un livello più vicino.
Penso che il limite delle ore di test sia assurdo, e non condivido l’assunto che porti ad un contenimento dei costi, anzi, credo sia un elemento che abbia contribuito ad aumentarli. Anche non considerando i costosissimi simulatori (che appunto simulano in base a un universo di dati conosciuti e non prevedono il futuro), il non poter provare realmente nuove soluzioni, costringe ad investire pesantemente in calcoli e progettazione, a sviluppare quasi alla cieca, e a prenderla in quel posto se poi in pratica i risultati non sono allineati con le aspettative teoriche (vedere querelle degli anni passati sulla galleria del vento Ferrari). Forse però era solo una scusa, perché qualcuno pensava che, limitando i test, le scuderie avrebbero limitato lo sviluppo, rimanendo ad un livello simile. Purtroppo, se non puoi allenarti, non puoi migliorare, e quello più forte di te rimane tale, anche se in potenza potresti batterlo. Quindi è un male per sport, ma anche per lo spettacolo…

Andrea Nenne Festa dice:

Certo, se impedisci alle squadre di fare test, sviluppare le vetture e imponi il parco chiuso, poi non ti puoi lamentare con quelli che vincono sempre…
Basterebbe che dopo ogni GP, la F1 regali alla squadra ultima classificata metà del premio della prima per sviluppare la vettura (controllando). Alla penultima metà del premio della seconda e così via… Vedi poi come si mescolano le carte.

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