F1 | Ascolti TV 1991-2016: il boom degli anni 2000

AscoltiF1Gran Premi
Tempo di lettura: 6 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
20 Dicembre 2016 - 16:30
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Si parla tanto di ascolti in calo in Formula 1, soprattutto da quando la RAI ha abbandonato le dirette di tutte le gare al termine del 2012 per dividersi la torta con la piattaforma SKY a partire dal 2013.

Dopo aver raccolto i dati della stagione 2016 di Formula 1, Passione a 300 all’ora propone quindi un’analisi sugli ascolti della massima serie nel territorio italiano.

Abbiamo preso in esame i dati partendo dal 1991, per proporre i numeri su una scala di ben 25 anni. Ringraziamo, in principio, l’apporto importante di Manuel Codignoni nella ricerca dei dati risalenti alle stagioni più lontane. Abbiamo cercato di rintracciare anche i dati di Tele+, che ha trasmesso le gare del mondiale dal 1997 al 2003 e dal 2007 al 2009 come SKY (in diretta comunque non esclusiva) senza successo.

I dati, pertanto, riguardano le dirette in chiaro RAI e MEDIASET per gli anni dal 1991 al 2012 e le dirette/differite tra SKY e RAI dal 2013 alla fine del 2016.

In questo primo articolo prendiamo in esame i dati medi di ascolto. La prima tabella mostra, cronologicamente, l’audience media delle stagioni dal 1991 al 2016. Nelle prime sei stagioni considerate, la trasmissione delle gare si è divisa tra RAI e MEDIASET, con quest’ultima che si è occupata per intero della stagione 1996. A partire dal 1997, la RAI ha trasmesso in diretta esclusiva tutti i Gran Premi fino al termine della stagione 2012. Dal 2013 (anni evidenziati in azzurro), la spartizione dei diritti con SKY. Da quattro anni, la tv di Stato trasmette in diretta solo la metà dei GP, con i restanti mandati in onda in differita di almeno cinque ore sull’orario di inizio dei GP.

I dati dei primi anni mostrano una media che ruota attorno ai 4 milioni di spettatori, con in pista campioni del calibro di Senna, Prost, Mansell e uno Schumacher ad inizio carriera.

Quello che balza all’occhio andando avanti con gli anni è il dato riguardante le prime due stagioni del nuovo millennio, le uniche a superare l’impressionante media di 10 milioni di spettatori. Si tratta del biennio 2000/2001, quello del ritorno alla vittoria della Ferrari nel campionato piloti con Michael Schumacher e quello della riconferma del tedesco nella stagione successiva. Il 2000 è l’anno più visto in assoluto degli ultimi 25 e, probabilmente, di sempre, con una media di 10 milioni e 646 mila spettatori incollati alla tv. Si tratta di un trend iniziato nel 1996 e cresciuto progressivamente con l’aumento delle chance della Ferrari di conquistare il titolo mondiale: già nel 1999, con Irvine in lotta per il titolo poi conquistato da Hakkinen, gli spettatori medi sono ben 9 milioni. 

Gli ascolti restano in cima alla loro personale montagna per ben cinque stagioni (1999-2003), per poi calare leggermente nel 2004, al quinto ed ultimo anno di trionfi di Schumacher. I cambi regolamentari del 2005, invece di creare più suspance e quindi tenere alto il livello di attenzione, in Italia provocano un calo netto di 2 milioni di spettatori medi con la Ferrari fuori dai giochi. 2006: la Ferrari torna in lotta per il titolo e gli ascolti guadagnano un milione netto tornando a quota 8. È l’ultimo anno di Schumi con la Ferrari.

Una piccola anomalia arriva dalle stagioni 2007 e 2008, quando il mondiale la Ferrari lo rivince con Kimi Raikkonen e poi lo sfiora con Felipe Massa ma gli ascolti riperdono un milioncino di spettatori medi. I cambi regolamentari del 2009 e una Ferrari in crisi tagliano 1 milione e mezzo in termini di audience: è l’inizio del declino, che vive dei colpi di coda del 2010 e 2012 con Alonso in lotta per il titolo contro Sebastian Vettel e che viene certificato con la rivoluzione del 2013. Alla RAI resta la metà delle dirette: il resto delle gare vengono trasmesse in differita dalla tv nazionale mentre SKY va in diretta esclusiva. Altra sforbiciata di un milione e mezzo netto per quella che è una novità. ma resta, comunque, sotto i 5 milioni. Basta un anno a togliere un altro milione e tornare sotto quota 4 milioni (3.8), numero per il quale bisogna tornare al 1994. L’arrivo nel 2015 di Sebastian Vettel in Ferrari e le sue tre vittorie nella prima stagione in rosso riportano l’asticella sopra quota 4, ma la stagione appena conclusa chiude a 3.9. 

Il grafico rende un’idea ancora più chiara di quello che è stato il trend di questi ultimi 25 anni, soprattutto del suo significato: il pubblico italiano, prima di tutto, si rapporta ai risultati della Ferrari. Certo, si tratta di una conclusione abbastanza scontata visto che il nostro paese è patria della rossa, ma la crescita progressiva nei dati d’ascolto tra il 1996 e il 2000, anni in cui ricordiamo Internet non era ancora esplosa, è incredibile. Superata l’era degli invincibili, tra il 2000 ed il 2004, gli ascolti sono scesi in rapporto ai problemi della rossa e alla perdita di appeal della F1 in senso globale, con i colpi di coda delle stagioni buone a mettere una pezza, diciamo così, al crollo. Evidente è anche l’ultimo calo netto avuto tra il 2013 ed il 2014, i primi due anni del passaggio a SKY.

Riordinando la prima tabella per media di ascolti a partire dalla più alta, abbiamo conferma di tutto ciò.

I cinque titoli della Ferrari tra 2000 e 2004 (evidenziati in rosso) sono ai primissimi posti per media ascolti, intervallati unicamente dal titolo mondiale di Mika Hakkinen del 1999 con la Mclaren che si piazza in quinta posizione, davanti all’ultimo alloro di Schumi del 2004. Agli oltre 10 milioni per il biennio 2000/2001, seguono i 9 milioni di 2003,2002,1999 e i quasi 9 del 2004.

Seguono altri due campionati combattuti dal tedesco fino alla fine e poi persi, quello del 2006 conto Alonso e quello del 1998 contro Hakkinen, con quasi 8 milioni di media. L’ultimo campionato del mondo piloti vinto dalla Ferrari, nel 2007, anch’esso evidenziato in rosso, conta 7 milioni, già tre milioni e mezzo in meno rispetto ad inizio millennio. Si va quindi a scendere con le medie ascolto, con gli ultimi due campionati in cui la Ferrari ha lottato per il titolo (2010 e 2012) a centro classifica. 

Le penalizzazione dell’ultimo quadriennio dovuta alle differite sulla RAI è chiara: le stagioni con la spartizione dei diritti con SKY si trovano infatti nella parte bassa della classifica, evidenziate in azzurro. A parte il 2013, primo anno di ritorno sul satellite, le ultime tre stagioni sono in linea con le tre meno viste degli ultimi 25 anni. 2015, 2016 e 2014 sono seguite solo da 1994, 1992 e 1993, questi ultimi di grande crisi per la Rossa. Siamo tornati cioè indietro di oltre 20 anni in un mondo completamente cambiato grazie ad Internet. Non bastano pubblicità, media, social network e quant’altro a fermare il calo. 

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