F1, aria di cambiamenti

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
23 Gennaio 2017 - 17:00
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Si dice che in settimana Mister E dovrebbe lasciare definitivamente la mano a Liberty Media, ormai prossima padrona del Circus, consegnando così la Formula 1 al futuro. 

Per anni ci siamo lamentati di Ecclestone per le sue visioni, le sue sparate, il suo modo di gestire la baracca che spesso ha fatto infuriare addetti ai lavori, appassionati e tanti altri. Ma ci siamo mai chiesti cosa ne sarà della F1 dopo di lui?

Io stesso, spesso, non mi sono trovato d’accordo con lui, con il suo modo di fare, dire e sentenziare spesso incoerente nel breve periodo. Ora, però, che si è di fronte all’imminente cambio, siamo sicuri che la F1 resterà la stessa, per quanto questa sia cambiata tantissimo negli anni, e con una piega che spesso non è piaciuta?

Liberty Media, lo dice il nome stesso, è un mondo che col motorsport ha storicamente poco a che fare, e quel “Media” lì nel nome, più che farmi annusare sensazioni positive, mi lascia un attimo dubbioso. Non ancora entrati formalmente in carica hanno parlato di stravolgimento dei weekend, di rivedere gli introiti dei team maggiori (a danno soprattutto della Ferrari, che vedrebbe in bilico il suo incasso annuale da un centinaio di milioni di dollari), di rendere il prodotto più fruibile con streaming ufficiali e affini. Tutto questo, unito alla nuova era che ci apprestiamo a vivere con i nuovi regolamenti, potrebbe segnare un solco con quella che è stata la F1 fino al 2016. Non sappiamo, però, in che termini. 

Per anni abbiamo vissuto il limbo del termine spettacolo, che si è allontanato sempre più dalla zona chiamata emozioni per avvicinarsi sempre più a quella chiamata show. Credo sia inutile ripetermi sugli interventi degli ultimi anni in questa direzione, non voglio annoiare nessuno. Quello che stuzzica la mia curiosità è il capire come Liberty Media vorrà comportarsi in proposito, cioè se intende in qualche modo tenere fede alle tradizioni o se ha meramente acquistato un prodotto per farlo fruttare secondo le sue regole e chi se ne frega del passato. In questo senso, il richiamo alla doppia gara per i puristi è un’autentica bestemmia e, qui mi rifaccio a pezzi del passato, converrebbe veramente cambiar nome al tutto per segnare definitivamente un nuovo corso. 

Diverso è il discorso della diffusione del prodotto. Fino a qualche anno fa la F1 sui social non la si vedeva nemmeno, poi piano piano Ecclestone ha capito che la portata del web in tal senso poteva essere positiva per il movimento e ha mollato progressivamente le redini. La trasmissione ufficiale in streaming dei Gran Premi potrebbe, in questo senso, avere risvolti positivi e superare, in parte, le barriere di chi adesso non segue più la Formula 1 passata al satellite, sempre ammesso che i costi siano umani e non come quelli in tribuna. 

Insomma, il 2017 non sarà solo l’anno delle gomme larghe e delle monoposto più veloci, ma anche quello in cui verranno poste le basi per il prossimo futuro. Nella speranza che sia di gradimento e che tenga ancora fede, almeno in parte a tutto quello per cui siamo ancora qui a seguire.

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