Campioni per sempre | Denny Hulme, l’Orso

Campioni per SempreF1
Tempo di lettura: 4 minuti
di Giacomo Maltinti
26 Gennaio 2017 - 16:00

Denis Clive Hulme, per tutti “Denny”, è uno dei tanti ragazzi nati e cresciuti in Oceania con il sogno di diventare pilota automobilistico. Cresciuto in una fattoria neozelandese, ha ampi spazi a disposizione ed è qui che inizia a guidare all’età di appena sei anni con la benedizione del padre. Cresciuto, inizia a percorrere la consueta gavetta e si cimenta nelle corse locali fino ad essere prescelto tra i neozelandesi come pilota per l’Europa. Denny, come tanti prima e dopo di lui, varca l’Oceano per competere in Formula Junior e in Formula 2, si mette in mostra, vince a Pescara la Coppa Acerbo del 1960 in Formula Junior e l’anno successivo a Le Mans si distingue con una Fiat Abarth (primo di classe) e la vittoria della New Zealand Gold Championship.

Tutto questo succede senza particolare clamore, un po’ perché i media, soprattutto di casa, concentrano le loro attenzioni più su Bruce McLaren che non su di lui, un po’ per il carattere piuttosto ruvido e scontroso di Hulme che, come l’australiano Jack Brabham, è uomo di poche parole e molto pragmatismo. E’ proprio il campione australiano che aiuta il neozelandese proponendogli di lavorare per lui come meccanico e indicandogli la strada nelle serie minori dove Hulme mostra tutta la sua versatilità confermandosi in Tasman Series e in Formula 2. I due stringono un legame apparentemente forte legame che è ancor più saldo quando Denny raggiunge la squadra di Jack in Formula 2 per il 1964. L’Orso dimostra di essere ampiamente pronto per l’ultimo, grande salto e riesce a compierlo il 30 maggio 1965 allorchè Brabham lo fa debuttare in Formula 1 con la sua vettura nel Gran Premio di Monaco che vede il novellino ottavo a otto giri. Hulme partecipa ad altre cinque gare e al suo secondo gran premio in Francia conquista un buon quarto posto.

Il 1966 è il primo anno intero nella massima serie e per la Brabham è un trionfo con Jack campione del mondo e la scuderia vincitrice del trofeo costruttori. Denis si ritira cinque volte su nove ma nelle restanti quattro gare arriva una volta secondo e tre terzo, con un giro veloce al suo attivo e il quarto posto assoluto in classifica. L’anno successivo, il 1967, è inaspettatamente quello del trionfo e della doppietta dei piloti della Brabham in classifica a causa della maggiore solidità della vettura rispetto alla Lotus che è tanto veloce quanto fragile. Hulme diventa campione del mondo con due vittorie, tre secondi posti, tre terzi e un quarto posto, un solo ritiro e la consueta concretezza. Le due vittorie, le prime assolute in Formula 1, arrivano a Monaco nel giorno del tragico incidente di Bandini e al Nurburgring, dimostrando la grande adattabilità del pilota su circuiti profondamente diversi.
La vittoria incrina però i rapporti col capitano Jack Brabham, prima guida del team superata per cinque punti, e costringe il neo campione a trasferirsi in McLaren, ultima squadra della sua carriera. Qui rimane fino al 1974, dimostrando di essere veloce e affidabile ma senza riuscire a conquistare un altro alloro iridato. Nel primo anno con due vittorie a Monza e Mont Tremblant riesce addirittura a rimanere in lizza per il titolo fino all’ultima gara ma non coglie punti proprio negli ultimi due appuntamenti.
Nei restanti anni ottiene altre quattro vittorie ma soprattutto riesce ad aiutare la squadra ad uscire da una profonda crisi, tecnica e di risultati, successiva alla morte del fondatore Bruce McLaren avvenuta nel 1970. Con la McLaren riuscirà però a brillare nella categoria Can Am che gli regala due vittorie nei campionati 1968 e 1970 e tre piazzamenti d’onore.
Alla fine del 1974, Hulme si ritira, appagato dal suo titolo mondiale, preoccupato per la sicurezza delle monoposto e sconvolto per la morte dell’amico Peter Revson, avvenuta a Kyalami. Hulme sfogherà la sua febbre di velocità nelle gare locali Endurance e sarà proprio in una di queste che troverà la morte, non in un incidente ma per un attacco di cuore. Se ne va per cause naturali un ottimo pilota, impegnato in tutte le maggiori e più difficili categorie della sua epoca, comprese le americanissime 500 miglia di Indianapolis, dove arriverà due volte quarto, e 24 Ore di Daytona. Denis Hulme è a tutt’oggi l’unico campione del mondo neozelandese di Formula 1.

Immagine: internet (per segnalare il copyright info@passionea300allora.it)

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