Campioni per sempre | Bernd Rosemeyer, la stella cometa

Campioni per Sempre
Tempo di lettura: 4 minuti
di Giacomo Maltinti
3 Novembre 2016 - 16:00

Bernd Rosemeyer è stato definito come la sintesi tra Gilles Villeneuve, Ayrton Senna e Michael Schumacher.

Credo che questo già indichi sufficientemente bene quale grande campione il pubblico abbia avuto la fortuna di ammirare nei mille giorni che hanno contraddistinto la sua breve ma luminosa carriera.

Una ribalta di mille giorni, un carattere allegro, una grande personalità e una morte prematura: non si parla di John Fitzgerald Kennedy ma di un pilota che come altri inizia la propria carriera come motociclista.

Ha grande successo, è un nome per l’avvenire ed è giovanissimo.

Figlio di un garagista da cui ha appreso l’amore per i motori, ha partecipato come privato a diverse gare sia in auto che in moto, dopo un test di selezione al Nurburgring, è stato scelto dalla prestigiosa scuderia Auto Union per far parte della squadra, diventando il più giovane tedesco alla guida di una macchina tedesca di tutti i tempi.

Siamo nel 1934 e per l’anno successivo Bernd è parte della squadra ma per contratto deve debuttare in una gara facile e non troppo veloce, anche a causa della difficoltà di guida della sua vettura, la potente Auto Union a motore posteriore. Rosemeyer, pur conoscendo perfettamente la sua situazione, comincia a far pressione sul suo direttore sportivo, Walb, che alla fine cede e acconsente a farlo correre sul circuito dell’Avus. Il debutto assoluto è in realtà su un circuito velocissimo con un’auto difficile da pilotare ma se la cava egregiamente fino al ritiro quindi è confermato per la gara del Nurburgring. Al Nurburgring, in una difficile gara che elimina i suoi avversari, Bernd, alla seconda gara assoluta, è negli scarichi del maestro Caracciola e lo passa, nonostante un’auto imperfetta, finchè all’ultimo giro Rudolf passa il giovane pilota dell’Auto Union in difficoltà con cambio e motore e questi è secondo. Gli altri risultati dell’anno lo vedono quarto nella Grande Prova del Nurburgring, terzo in Svizzera e quinto in Spagna. C’è un episodio tuttavia che lo proietta all’attenzione popolare: correndo a Pescara, ad un certo punto si trova senza freni supera un fosso e passa tra un parapetto e un ponte; precisione balistica da non sottovalutare poiché lo spazio in cui è passato è di soli due centimetri superiore alla larghezza della sua macchina.

Arriva anche la prima vittoria a Brno e nell’occasione conosce la sua futura moglie, la famosa aviatrice Elly Beinhorn.

L’anno successivo, nel 1936, vince il Campionato Europeo ed è una vittoria indiscussa perché vince tre gare su quattro (quella di casa al Nurburgring, la Svizzera e Monza) e la Coppa Acerbo. L’unica gara che gli sfugge è quella di Montecarlo dove, complice anche la pioggia, finisce fuori strada. Termina addosso ad una figura ornamentale di un parapetto che decide di tenere con sé perché ha la forma del trofeo che sarebbe spettato al vincitore. Un simpatico aneddoto che riflette bene l’esuberanza dell’asso tedesco.

Le altre gare contribuiscono ad aumentare la fama del pilota che nella gara del Nurburgring, con una nebbia fitta, riesce a rimontare e sorpassare il campione che ammirava più di tutti, l’italiano Tazio Nuvolari.

In Svizzera c’è poi la soddisfazione per tutta la squadra che oltre a Bernd, vede Varzi secondo e Stuck terzo.

Infine Monza dove, nonostante abbia battuto l’idolo di casa Nuvolari, viene portato in trionfo dagli sportivi italiani. Qualche settimana dopo conclude trionfalmente l’anno, laureandosi Campione Tedesco della Montagna e soprattutto, sposando Elly.
Nel 1937 torna vincente la potente Mercedes di Caracciola che vince il Campionato Europeo, lasciando le briciole ai rivali, inclusa la Auto Union di Bernd. Rosemeyer tuttavia, anche in un anno avaro di successi, riesce ad imporsi all’Eifelrennen al Nurburgring, a Donington, a Pescara per la Coppa Acerbo e oltreoceano per la Coppa Vanderbilt, dimostrando ancora una volta tutta la sua classe. All’indomani della gara del Nurburgring batte alcuni record di velocità in autostrada che migliora in ottobre, toccando i 400 Km/h. L’anno si chiude felicemente con la nascita del primo figlio che ha come padrino il suo modello Nuvolari.

Il 1938 vede la Mercedes determinata a riprendersi i record di velocità che le appartenevano e Caracciola il 28 gennaio lo batte. A quel test è presente anche l’Auto Union di Rosemeyer che tenta subito dopo il maestro Rudolf. Caracciola avvisa il rivale del forte vento ma l’Auto Union parte lo stesso. La tragedia si compie: un forte ventata sposta la macchina e provoca l’incidente, Rosemeyer, veloce com’è arrivato, non c’è più, lasciando nel dolore la Germania e i suoi rivali che non potevano proprio non ammirare il coraggioso talento di questo pilota straordinario.

Immagine: internet (per segnalare il copyright: info@passionea300allora.it)

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