Benvenuta, SF15-T: stai serena…

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
30 Gennaio 2015 - 18:40
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Partiamo dal nome. E’ tutto il giorno che ascolto giornalisti e addetti ai lavori pronunciarlo e c’è da dire una cosa. Cara Ferrari, nel nominare la tua nuova rossa non hai tenuto conto del numero di lingue morsicate che si succederanno per tutta la stagione. Ok voler ‘staccare’ col passato, ma tra F15-T e SF15-T insomma, c’è una bella differenza.

Differenza che, tutto sommato, non è poi così marcata con la disastrosa F14-T, almeno apparentemente. Muso a parte, obbligatoriamente basso per dettami regolamentari, l’unica nota di rilievo che si nota dalla vista frontale è la geometria delle sospensioni anteriori posta globalmente più in basso rispetto al modello precedente.

Rimane però la soluzione pull-rod, con la Ferrari unica squadra a proporlo ancora. E qui già molti nasi si sono storti in giornata, ricordando come appunto questa soluzione sia stata definita una delle cause della fallimentare stagione 2014. Kimi non ha digerito l’anteriore della F14-T per tutto l’anno, prendendo anche scoppole sonore da un Alonso evidentemente più a suo agio. Già qui si dovrà capire se le modifiche apportate saranno sufficienti a risolvere i problemi cronici della precedente vettura.

Apparentemente, quindi, non è cambiato poi molto. Ma è quello che non si vede, sotto il cofano, l’incognita maggiore. La speranza è infatti che la Power Unit 2015 sia in grado di competere con quelle concorrenti, dopo un 2014 sistematicamente in deficit rispetto a Mercedes e anche a Renault. Perchè se dal punto di vista aerodinamico, viste le castrazioni regolamentari, non si può esagerare e non ci si possono permettere stravaganze, almeno la Power Unit potrà essere migliorata ed è qui che la Ferrari si gioca parte del recupero sulla concorrenza.

I piloti: Vettel sembra un bambino per la prima volta alle giostre. Ride, gli si illuminano gli occhi quando parla della sua nuova avventura. Sa che il compito che lo attende è di quelli ardui, anche visto il fallimento del precedente inquilino di Maranello, non certo uno di primo pelo. Il palmares in questi casi aumenta le aspettative ma può rivelarsi un’arma a doppio taglio. Pertanto, da domenica Sebastian dovrà mettersi sotto seriamente. Quello che ha colpito fin da subito, però, è la sua voglia di fare e di lavorare con la sua nuova squadra.

Per Kimi, invece, questo dovrà essere l’anno della riscossa. Il 2014 è stato forse il peggiore per lui in F1. Sovrastato da Alonso, involuto, mai a suo agio con la F14-T. Il nuovo anno è iniziato con la buona nuova della nascita del suo primo figlio, cosa che si riflette evidentemente sui numerosi sorrisi che lo ritraggono in questi giorni. Ma dovrà dare tutto per meritarsi la riconferma per il 2016. L’ultimo titolo piloti Ferrari porta la sua firma, ricordiamolo.

L’atmosfera: in Ferrari sembra tornato il cielo azzurro. Il vento alzato dall’alto ha portato via nuvole e uomini chiave in altrettanti ruoli, la rivoluzione è stata totale. Fanno pensare le parole di Arrivabene, che prima di ritrattare parzialmente dice che “Non ci dovranno essere gruppi o gruppetti, bisogna lavorare nella stessa direzione, cioè quella della Ferrari”. Che dietro queste parole si nascondino i retroscena del 2014?

Domenicali, Marmorini, Mattiacci, Fry, Alonso, Tombazis, Montezemolo. Tanti i nomi che hanno lasciato, sostituiti da altri che si sono aggiunti o sono stati promossi a ruoli importanti. Le foto di gruppo con i volti scherzosi e sorridenti della nuova era Ferrari a fianco alla SF15-T sono qualcosa di nuovo, forse mai visto negli ultimi anni. L’impressione è che si riparta da una serenità che mancava da tempo e da un gruppo che si sta amalgamando bene. Certo, questo non basta per fare di un’auto normale un’auto vincente, ma sono sempre stato convinto che l’unità di gruppo e lo spirito di squadra siano valori fondamentali per ottenere il massimo dal proprio lavoro. E la sensazione è che adesso, in Ferrari, l’atmosfera sia decisamente cambiata in meglio.

Altra nota positiva è il doppio piede piantato a terra. Nessuna aspettativa, nessuna promessa che non si potrà mantenere, nessun “Competitivi fin da subito”. Il nuovo management punta al low-profile, non indica obiettivi irraggiungibili ma si dice potenzialmente felice nell’eventualità di portare a casa due gran premi. Certo, fare peggio del 2014 sarebbe oggettivamente difficile, ma volare basso è sempre un’ottima strategia di base. Eventualmente, gli obiettivi si possono alzare tranquillamente. Doverli ridimensionare, invece, è sempre indecoroso.

Insomma, cara nuova Ferrari, stai serena. Almeno quest’anno nessuno ti punterà la rivoltella contro se non dovessi essere un fulmine, a fronte di proclami troppo elevati. Quello che di buono arriverà sarà benvenuto.

Il resto del lavoro tocca a Sebastian e Kimi.

In bocca al lupo.

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