Back to the future. Indietro alle qualifiche 2015 per non minare il futuro

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
7 Aprile 2016 - 18:20
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L’unione fa la forza e, a memoria personale, non ricordo marcia indietro (se ne parlava poco fa con i nostri ragazzi) da parte di Ecclestone e soci su una qualunque regola sportiva da anni a questa parte. Forse aveva ancora i capelli scuri, il caro Bernard Charles.

Registriamo quindi il dietro front di Mister E, Mister Todt e dei burattinai dei conti correnti della F1 che, per una volta, devono cedere di fronte all’unanimità di squadre e piloti nel rifiutare lo spettacolo osceno andato in onda nelle prime due qualifiche dell’anno. Forse, e dico sottovoce FORSE, esiste davvero un limite di dignità oltre il quale è difficile andare.

Si torna, quindi, al 2015 da subito, a partire dalla Cina: Australia e Bahrain vengono consegnate alla memoria come un tentativo maldestro di ravvivare le qualifiche, talmente poco riuscito da provocare due lettere in due settimane da parte di quelli che, proprio secondo Bernie, dovrebbero stare zitti e lavorare, ovvero piloti e team.

Ebbene, proprio questi poveracci (secondo la visione di Ecclestone, non certo la mia: vorrei esser poveraccio come loro) per una volta l’hanno spuntata imponendo il loro rifiuto. Il prode Mister E ci ha provato, a dire “o così o i tempi aggregati” (un’altra genialata ammazza sport), ma almeno a questo giro bisogna dare atto ai team di averci messo gli attributi. Ok mettere la testa sotto la sabbia, perché a fine anno diversi quattrini arrivano proprio dai diritti vari, ma non si può far sempre e comunque la figura dei fessi.

Credo che questo dietrofront sia costato parecchio in termini di orgoglio a chi comanda, ma soprattutto questo potrebbe creare un piccolo precedente. Se team e piloti capiscono che, uniti, possono avere voce in capitolo e creare qualche grattacapo ai piani alti, forse potrebbe cambiare qualche piccolo equilibrio.

Sintomatico come, poi, si sia cercato di metter mani all’unica cosa che tutto sommato non creava particolari problemi come la qualifica. Il discorso è chiaro: sovvertire gli ordini al sabato per avere movimento alla domenica. Questo però è contrario al concetto di sport e più vicino a quello di show preconfezionato. Forse qualcuno l’ha capito e, sempre forse, qualcuno sa anche che lo spirito della F1 non può e non deve essere questo.

Gli ascolti, intanto, continuano a crollare progressivamente. E’ un bene che si sia fatto un passo indietro, ma ora bisogna pensare al futuro e capire cosa si può fare di SERIO per ridare credibilità ad uno sport che, alle televisioni, costa tre volte tanto la MotoGP ma rende il 30% in meno di spettatori. La situazione è pessima: è ora di dare peso anche alla voce di piloti e squadre e non solo al portafoglio.

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2 Commenti su “Back to the future. Indietro alle qualifiche 2015 per non minare il futuro”
quaranta_vito dice:

alex_secchi dominio dell’una o dell’altra Scuderia!

quaranta_vito dice:

alex_secchi é sulle regole sportive in generale che bisogna intervenire cercando d avere un mondiale imprevedibile altrimenti sarà sempre

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