La volta buona

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
28 Maggio 2017 - 17:35
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Fa sorridere come le aspettative di inizio anno, viste qualche mese dopo, siano spesso ribaltate.

Sono di appena una stagione fa i titoloni in pompa magna su una Ferrari pronta a fare scacco matto alla Mercedes, e di sole poche gare più tardi la certificazione di una verità totalmente diversa con una Rossa non in grado di tenere il passo della Freccia d’Argento, un Vettel nervoso e una sola nota positiva, ovvero un Raikkonen spesso sul pezzo.

Sono invece lunghe un inverno, quello di pochi mesi fa, le paranoie e le aspettative funebri che anticipavano la campagna 2017 di Maranello. Si temeva il peggio, la debacle totale, figlia di un cambio tecnico a metà 2016 che non avrebbe permesso di lavorare in tempi adatti per produrre una monoposto all’altezza.

Ebbene oggi 28 maggio 2017, alla sesta gara, la verità è un’altra, proprio come un anno fa. E questa, di verità, è splendente, luccicante come il mare che riflette nel porto dorato di Montecarlo, scintillante come i cerchi che hanno sfregato per tre giorni sul guardrail in uscita dalla piscina.

Questa, signori, è la volta buona. Siamo giunti all’anno X: quello che può davvero, senza dubbi, riportare il mondiale a Maranello dopo 10 stagioni di passione, speranze, illusioni, sconfitte cocenti ed aspettative non rispettate. Questa Ferrari è la migliore monoposto del lotto. La più costante, veloce, facile da settare. Solo due elementi possono portare via punti, le strategie e l’affidabilità, sulla quale al momento la Rossa è messa peggio della Mercedes. 

Ma la sensazione che questo possa essere finalmente l’anno del ritorno sul tetto del mondo è sempre più forte. Lo era già dopo l’Australia, si è atteso giustamente qualche settimana per non illudersi, ma dopo sei gare lo possiamo dire: è una Ferrari da mondiale. Dicevamo anche che queste nuove monoposto potevano riportare entusiasmo nell’animo sopito di Sebastian Vettel: è successo proprio questo. La gara di oggi è stata perfetta sotto ogni punto di vista, la doppietta con Kimi certifica la forza di una vettura che va forte ovunque, risponde alle modifiche, si adatta bene su tracciati diversi.

Kimi, proprio lui: ha strappato una pole fenomenale, ha condotto per metà gara ma nel momento decisivo non è riuscito a fare il salto decisivo. Sebastian ne aveva di più: ha atteso, ha colpito al momento giusto, quando serviva, con giri fenomenali. Inutile parlare di strategia in favore del tedesco, si capiva ad occhio che dentro la #5 ce n’era di più, e quando c’è stata l’occasione lo abbiamo visto. Ma questo nulla toglie a Kimi, che completa una doppietta rossa che torna sulle stradine di Montecarlo dopo 16 anni, un’eternità. C’erano Michael e Rubens, molti dei piloti attuali erano bambini.

Il resto della stagione, comunque, non sarà una passeggiata: siamo solo a 1/4 di mondiale trascorso, ma la consapevolezza che il campionato sarà combattuto fino alla fine porterà l’attesa per ogni gara a livelli altissimi come non si vedeva da tempo, forse dal biennio 2007/2008. Perché la Ferrari un paio di titoli se li è giocati tra 2010 e 2012, ma la posizione di forza era dall’altra parte della bilancia, quella della Red Bull. Questa volta non è così: la SF70H è la migliore sulla piazza, e se c’era un posto in cui si attendeva riscontro importante era proprio il tetris di guardrail di Montecarlo. Che risposta fantastica.

Si è sognato per tanto tempo di vivere una stagione così ed ora che questa è arrivata bisogna godersela fino alla fine. Indipendentemente da come finirà, la Ferrari è tornata là dove i suoi tifosi la vogliono. 

Quindi, signori, mettetevi comodi e godetevi lo spettacolo. Finalmente.

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