WonderGiovi, la fortuna aiuta gli audaci. Bravo, Antonio.

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
26 Marzo 2017 - 18:40
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Anche la fortuna fa parte del gioco, e quella capitata ad Antonio Giovinazzi a sua insaputa a Miami, poco dopo metà gennaio, ne è un esempio.

L’infortunio di Pascal Wehrlein alla Race of Champions gli ha aperto le porte della F1 lato Sauber: inizialmente per i test invernali e, ancora più a sorpresa, a Melbourne, dove era arrivato di rosso vestito in borghese nel suo ruolo di terzo pilota Ferrari, per lasciare infine l’Australia raggiante dopo aver completato il suo primo, inatteso ed ottimo weekend di gara. 

Alla notizia del suo approdo a Maranello come terzo pilota avevo espresso delle perplessità riguardo le sue possibilità di diventare titolare, un giorno, della Rossa. Dubbi che continuo a mantenere, sia chiaro, a fronte di quanto visto negli anni passati con la FDA, anche se sarei piacevolmente stupito di vedere un’inversione di tendenza. 

Questo, comunque, nulla ha a che fare con un’eventuale occasione di Giovi di poter guidare in F1, e quella capitata in questa tre giorni (due per lui) è stata colta e sfruttata egregiamente. Richiamato al volo alle armi al sabato mattina, senza quindi chilometri alle spalle nella giornata di venerdì, Antonio ha girato da subito sui tempi di Ericsson in qualifica per poi, in gara, portare a termine i 57 giri senza sbavature, senza ostacolare chi arrivava per doppiarlo, senza esagerare; insomma portando a compimento il suo lavoro ottimamente così come aveva fatto a Barcellona.

In Sauber sono impressionati da lui, e vista la stagione scorsa probabilmente non c’è poi da stupirsi. Quello che rattrista, però, è sapere che con il rientro di Wehrlein, al quale va augurato comunque di essere presto in forma per poter correre, Antonio dovrà tornare a vestirsi di rosso in abiti civili e non da superman. E, alla luce di quanto visto tra sabato e domenica a Melbourne, il nervoso per non poterlo vedere in pista sale a dismisura. Soprattutto quando uno Stroll, proveniente da migliaia di chilometri di test in giro per il mondo, debutta picchiando e commettendo errori, con tutte le attenuanti del caso (neanche poi tante, a dire il vero), ma avrà un sedile ben saldo a disposizione anche per le prossime gare.

Considerato, come detto, che non è sportivo sperare che Wehrlein prolunghi la sua assenza per vedere ancora Antonio in pista, l’aspettativa è che per il nostro pilota possa aprirsi una possibilità in un futuro prossimo al di là del suo ruolo a Maranello. Perché il classico “se lo merita”, ora, anche supportato da un weekend così, in cui ti vai a letto spettatore, ti svegli in un sogno e torni a letto protagonista e chiacchierato.

Speriamo bene: intanto, complimenti, Giovi.

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